Foibe, Beccalossi: Italia revochi il titolo di Cavaliere al Maresciallo Tito

“E’ incredibile che, a 16 anni dall’istituzione della Giornata del ricordo, il mandante di quelle stragi compaia ancora nell’Albo d’oro accanto a grandi italiani”

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Viviana Beccalossi
Viviana Beccalossi
“Una mozione urgente per impegnare la Giunta lombarda a chiedere la revoca delle onorificenze concesse dall’Italia al Maresciallo Tito, responsabile morale e materiale della tragedia delle foibe e del dramma di un popolo”. Lo dichiara la presidente del Gruppo Misto in consiglio regionale Viviana Beccalossi, che questa mattina presenterà in occasione dei lavori d’aula una richiesta di mozione urgente sul tema del titolo di Cavaliere di gran Croce al merito della Repubblica nei confronti del maresciallo Tito.
“E’ incredibile, per non dire scandaloso – prosegue Viviana Beccalossi in un comunicato stampa – che nonostante siano passati 16 anni dall’istituzione della Giornata del ricordo e che anche il presidente Mattarella abbia definito quella delle foibe come una vergogna nazionale, il mandante di quelle stragi e dell’esodo giuliano-dalmata-istriano compaia ancora nell’Albo d’oro accanto a grandi italiani”.
Nel testo della mozione, si chiede, al pari di quanto avvenuto in Veneto e Friuli Venezia Giulia, di sollecitare la revisione della normativa che prevede il ritiro dell’onorificenza per indegnità solo se il personaggio insignito si trovi ancora in vita e procedere contestualmente alla revoca delle onorificenze elargite dallo Stato italiano al Maresciallo Tito, in quanto colpevole di crimini contro l’umanità.
“Si tratta –conclude Viviana Beccalossi – di un atto non solo simbolico, che non cancella certo una vergogna della nostra storia ma che dobbiamo alle vittime delle foibe e a chi ancora tiene vivo il ricordo di quella tragedia”

 

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1 COMMENT

  1. Senz’altro sarebbe da togliere questa onoreficenza ad un personaggio che ha operato una pulizia etnica di un popolo, con la complicità di molti partigiani del luogo. Finalmente anche Mattarella ha ammesso che si è trattato di pulizia etnica. Sconvolge apprendere che anche salvatori della patria come De Gasperi sapessero e avessero operato per spartire quelle terre e darle in mano ai comunisti di Tito. In sostanza, per di mantenere la città di Trieste, che era soprattutto una città multietnica e mitteleuropea (italiani, sloveni e austriaci), i nostri politici di allora, non solo Togliatti quindi, cedettero le parti più belle della costa adriatica e cioè la costa istriano dalmata, ricca di storia romana e di palazzi veneziani, alla popolazione che veniva dai balcani e che nulla centrava con quei luoghi e quella storia. Finalmente, dopo decenni, saltano fuori pezzi di storia che riscrivono il nostro risorgimento e la politica del dopoguerra italiano… Pezzi di storia che comunque dagli anziani e dai nonni che ormai non ci sono più, saltavano tranquillamente fuori, contraddicendo la solita storia ufficiale.

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