Mangimi “pericolosi” con gli scarti dei dolciumi: Brescia coinvolta nella maxi-indagine

L'accusa è che tali azioni abbiano comportato "potenziali rischi per la salute ed il benessere degli animali allevati e dei prodotti derivati"

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C’è anche un’azienda agricola bresciana, secondo quanto riporta Reggio Sera, tra le 17 realtà del settore (le altre hanno sede a Reggio Emilia, Milano, Trieste, Udine, Venezia, Treviso, Torino, Cremona e Mantova) finite sotto la lente della Polizia ambientale emiliana e dei carabinieri per la produzio e il commercio di mangimi “potenzialmente pericolosi”.

In particolare l’indagine riguarda la gestione degli scarti di industrie dolciarie e della panificazione (classificati come rifiuti speciali non pericolosi) ritirati illecitamente da alcune aziende emiliane e poi reimmessi nel mercato zootecnico per la produzione di mangimi destinati agli animali da reddito (maiali, mucche, conigli etc) e ad alcune centrali a biogas.

L’accusa – riferisce il quotidiano on line – è che tali azioni abbiano comportato “potenziali rischi per la salute ed il benessere degli animali allevati e dei prodotti derivati da destinare all’alimentazione umana, nonché potenziali rischi di inquinamento delle varie matrici ambientali”.

Complessivamente sono state ritirate otto tonnellate di materia prima “non conforme” e alcune persone sono state denunciate per “trasporto e smaltimento rifiuti non autorizzato, frode in commercio e commercio di sostanze alimentari nocive”.

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