Zuckerberg contro l’UE: servono regole chiare contro la disinformazione

Il CEO e fondatore di Facebook Mark Zuckerberg non accetta di essere designato dall’UE come il responsabile di aver accolto nella sua piattaforma qualsiasi propaganda in grado di influenzare negativamente la vita democratica di un Paese

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Il megafono di Facebook

Il CEO e fondatore di Facebook Mark Zuckerberg non accetta di essere designato dall’UE come il responsabile di aver accolto nella sua piattaforma qualsiasi propaganda in grado di influenzare negativamente la vita democratica di un Paese. Zuckerberg non demorde e chiede di stabilire delle regole chiare contro la disinformazione.

La piattaforma di Facebook dannosa per i contenuti a rischio

Da tempo indicato come l’autore di aver dato spazio nella sua piattaforma ad operazioni di propaganda e disinformazione provenienti da ogni parte del mondo, Mark Zuckerberg, CEO e fondatore di Facebook, ha deciso di prendere la questione in mano e di togliersi di dosso questo ritratto che non gli piace affatto. Per difendersi e avanzare la soluzione a quanto replicato nei suoi confronti Zuckerberg ha partecipato alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, al cui tavolo erano seduti i protagonisti di spicco nel campo delle politiche militari. Nel suo intervento il fondatore di Facebook ha affermato che i contenuti online dannosi dovrebbero essere soggetti ad una chiara e precisa regolamentazione.

La disinformazione per Zuckerberg è il punto cruciale

Zuckerberg ha anche aggiunto nel corso del suo intervento che la sua azienda dovrebbe essere inserita in un quadro normativo, come quelli in cui rientrano le società di telecomunicazioni e media. Le parole del fondatore di Facebook sono state molto chiare e hanno messo in evidenza la sua volontà di porre al centro della questione la disinformazione. Zuckerberg ha anche ribadito nel corso della conferenza di essere stato attaccato dai governi e da molti esponenti delle istituzioni Ue. Fra questi ultimi ricordiamo il commissario Julian King che lo scorso autunno Facebook ha accusato di non fare quanto dovuto per impedire la disinformazione politica online.

Il fondatore di Facebook chiede di regolamentare la sua azienda

Così ha chiesto a quegli stessi governi che lo hanno aspramente criticato di stabilire delle regole specifiche per la sua azienda. Per Zuckerberg è necessario regolamentare quattro aree, propaganda, elezioni, privacy e portabilità dei dati. Secondo il Ceo, dunque, non è compito delle società private prendere decisioni, ma devono essere gli Stati a dettare delle normative sui contenuti online dannosi e su quanto viene ritenuto interferenza elettorale.

Zuckerberg ha già aumentato le misure di sicurezza

Zuckerberg nel frattempo non è stato con le mani in mano e in attesa che giungano delle direttive da parte degli stati ha già preso dei provvedimenti. Il Ceo ha infatti precisato di aver assunto 35mila persone per analizzare i contenuti online e stabilire delle misure di sicurezza. Un lavoro pazzesco, ha detto il Ceo, ma molto soddisfacente per i risultati che ha permesso di raggiungere. Zuckerberg ha rivelato che grazie ad un team molto efficiente e competente e alla tecnologia automatizzata di Facebook ogni giorno vengono sospesi oltre un milione di account falsi. Tuttavia, nonostante ad oggi il budget per la sicurezza sia maggiore di quello del 2012 non è possibile abbassare la guardia e quindi l’attenzione deve essere mantenuta alta.

Da parte di Zuckerberg segnali di apertura a Bruxelles

Le parole di Zuckerberg alla Conferenza della Sicurezza di Monaco suona come un segnale d’apertura a Bruxelles prima dell’incontro ufficiale. La richiesta da parte del CEO di stabilire da parte degli una regolamentazione chiara dei big tech, anche se in un primo momento può danneggiare gli affari, potrà invece dare grossi benefici a tutti a lungo termine. L’obiettivo di fondo, in realtà, è quello di trovare una soluzione equilibrata alle tasse sbilanciate che i colossi della tecnologia sborsano all’interno dell’UE. Infatti, allo stesso modo di Amazon e Google, anche Facebook da sempre è accusata di non pagare la quota di tasse corretta.

Regolamentare i contenuti online è importante, soprattutto per gli adolescenti più ribelli che si fanno influenzare dalle informazioni dannose. Per sapere come affrontare la ribellione di un adolescente vai su mammastobene.com.

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