Coronavirus, dopo il decreto scelte opposte per le biblioteche bresciane

Sembra regnare la confusione, anche tra le biblioteche bresciane, dopo il decreto di ieri del consiglio dei ministri

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Biblioteche, foto generica da Pixabay

Sembra regnare la confusione anche tra le biblioteche bresciane, complici anche alcune lacune del testo, dopo il decreto di ieri del consiglio dei ministri che regola l’apertura delle sedi culturali per il Coronavirus.

Al punto “f” il decreto recita: “apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi
della cultura di cui all’art. 101 del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, a condizione che detti istituti e luoghi assicurino modalita’ di fruizione contingentata o comunque tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali aperti al pubblico, e tali che i visitatori possano rispettare la distanza tra loro di almeno un metro”. Ma il punto 3 dello stesso decreto spiega che “Nella sola regione Lombardia e nella sola provincia di Piacenza
si applica altresi’ la seguente misura: a) sospensione delle attivita’ di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali, fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza, centri culturali, centri sociali, centri ricreativi”.

Un’interpretazione estensiva del punto 3 (nonostante i “centri culturali” siano cosa diversa dagli enti citati dal decreto legislativo 22 gennaio 2004 citando solo “i musei, le biblioteche e gli archivi, le aree e i parchi archeologici, i complessi monumentali”) ha portato alcune biblioteche a non riaprire nella giornata di oggi (nonostante anche il prefetto abbia parlato oggi di riapertura delle biblioteche con il decreto), programmando la chiusura per tutta la settimana (un esempio: “la Biblioteca di Calvisano – si legge su Facebook – rimane chiusa al pubblico anche questa settimana. Noi operatori non smettiamo di lavorare a porte chiuse e chiediamo di nuovo la vostra comprensione”).

Tra quelle aperte (che sono comunque la maggioranza), invece, la quasi totalità ha comunque chiuso le sale studio, mentre più d’una ha annunciato la chiusura dell’intera biblioteca al pubblico per tutta la settimana (una si è limitata a tre giorni per “sanificazione” degli spazi). Ma anche sulle modalità di accesso agli utenti sono state scelte strade diverse. Qualcuno – come pubblicato da Mairano su Facebook – chiede agli utenti di aspettare fuori dalla biblioteca e apre solo dopo che hanno bussato o telefonato, vietando lo stazionamento e perfino la consultazione. Altri ancora consentono l’ingresso di una o due persone (a debita distanza) per volta.

Da domani, quando l’interpretazione dovrebbe essere più chiara, si attende comunque una maggiore uniformità del servizio bibliotecario nel Bresciano.

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