CORONAVIRUS, il M5S attacca: pessima gestione dell’Asst del Garda

Il consigliere regionale Ferdinando Alberti (M5S) interviene con una nota in merito alla gestione dell’emergenza COVID-19 nelle strutture dell’ASST del Garda

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Il deputato del Movimento 5 Stelle di Brescia Ferdinando Alberti
Il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle di Brescia Ferdinando Alberti

Il consigliere regionale Ferdinando Alberti (M5S) interviene con una nota in merito alla gestione dell’emergenza COVID-19 nelle strutture dell’ASST del Garda, parlando di “pessima gestione”.

“Nell’ospedale di Pontevico – si legge – dal 25 marzo scorso è attiva una struttura apposita per accogliere i malati di Covid stabilizzati e dimessi dagli ospedali di Brescia e Manerbio, ma tutti i 21 posti letto disponibili sono finiti praticamente da subito e nel frattempo l’ASST del Garda ha chiuso un intero reparto di riabilitazione con 50 posti letto nell’ospedale di Leno e non rinnovato il contratto di 10 professionisti che potevano servire proprio al recupero dei pazienti covid. Cosa aspetta il direttore generale della ASST del Garda, Scarcella, a rendere di nuovo fruibili i 50 letti dell’ospedale di Leno?».

Continua Alberti: «Sulla vicenda dell’ospedale di Leno mi ero già espresso a inizio aprile mandando una lettera all’Assessore al Welfare della Regione Lombardia, Gallera. In quell’occasione avevo chiesto di poter riaprire il reparto di fisioterapia dell’ospedale di Leno inspiegabilmente fatto chiudere, di poter far riassumere, in virtù soprattutto delle loro importanti funzioni di riabilitazione dei pazienti colpiti da coronavirus, i dieci fisioterapisti licenziati e di poter rendere di nuovo disponibili i 50 posti letto della struttura assicurando, insieme, l’adeguata copertura medica ed infermieristica. Niente di tutto questo, ad oggi, è stato fatto. Proprio in quella lettera – ricorda il consigliere bresciano – avevo ritenuto inqualificabile la decisione di non fare utilizzare i 50 posti che per i periodi di degenza post trattamenti di terapia intensiva e subintensiva risultano essere di fondamentale importanza dato che in questo drammatico periodo sono del tutto carenti ovunque. La decisione diventa del tutto incomprensibile se si considera poi che il territorio bresciano è tra i più colpiti dalla pandemia non solo a livello nazionale ma mondiale».

Ancora Alberti: “A chiedere più posti letto sono addirittura gli stessi operatori del settore: se andiamo a leggere cosa afferma lo stesso personale che sta lavorando nel reparto dell’ospedale di Pontevico, abbiamo la conferma che più posti letto e reparti dedicati siano fondamentali. In un articolo uscito sulla stampa un paio di giorni fa sono loro a dire che “sul territorio servono come il pane luoghi idonei che possano sollevare gli ospedali di Brescia e Manerbio, una volta che i Covid hanno superato la fase critica”. Chissà se il direttore dell’ASST del Garda Scarcella avrà l’umiltà di ammettere di aver sbagliato e di tornare sui suoi passi ripristinando un centro di eccellenza quale era quello della riabilitazione di Leno”

Conclude Alberti: «C’è poi un ulteriore aspetto sgradevole in tutta la vicenda. Il personale medico infermieristico non licenziato che era operativo nella riabilitazione di Leno e che lavora per la cooperativa “Il Gabbiano”, è stato spostato nella struttura appena accreditata di Pontevico. E non è certamente un caso che la nuova struttura della cooperativa ottenga l’accreditamento proprio in concomitanza con lo smantellamento della riabilitazione dell’ospedale pubblico di Leno. Quindi la cooperativa ha ottenuto ciò che voleva, ossia il mantenimento della propria forza lavoro e l’accreditamento in una struttura nuova per lei. Ma con l’esternalizzazione dei servizi, a perderci, come al solito, è la sanità pubblica a favore di quella privata ma soprattutto i cittadini e la loro salute. Quanto sia importante una sanità pubblica efficiente lo sta dimostrando questa epidemia, ma Regione Lombardia evidentemente non riesce a capirlo».

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Ultimo aggiornamento il 30 Marzo 2024 10:57

 

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