Settore terziario: Aib rileva fiducia in risalita nel terzo trimestre, ma la seconda ondata fa paura

A evidenziarlo sono i risultati dell’Indagine congiunturale del Centro Studi di Confindustria Brescia al terzo trimestre 2020

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Nel terzo trimestre dell’anno, il clima di fiducia delle imprese bresciane attive nel settore dei servizi si attesta a 103, evidenziando un nuovo forte recupero dai minimi storici toccati nei primi tre mesi dell’anno (27) e riportandosi quindi su livelli non distanti da quanto registrato l’anno scorso (108 la media nel 2019).

A evidenziarlo sono i risultati dell’Indagine congiunturale del Centro Studi di Confindustria Brescia al terzo trimestre 2020. Anche se la tendenza rilevata rischia di scontrarsi con la nuova ondata di contagi e le misure previste dal governo.

La risalita della fiducia rifletterebbe sia il miglioramento delle condizioni operative aziendali sperimentato nei mesi estivi, in un contesto in cui il comparto del terziario – la cui attività è fortemente connessa con la congiuntura nell’industria – ha notevolmente beneficiato degli incrementi produttivi riscontrati nel settore manifatturiero locale e nazionale, sia le buone prospettive per i mesi futuri, formulate tuttavia prima dei nuovi DPCM emanati dal Governo a contenimento della pandemia nel mese di ottobre. L’evoluzione del clima di fiducia delle imprese bresciane attive nel terziario appare nel complesso in linea con il quadro nazionale, dove l’Indice PMI riferito al settore, dopo il minimo storico raggiunto ad aprile (10,8), è stato protagonista di un recupero tale da riportare i valori poco al di sotto della soglia che determina l’espansione dell’attività (50).

“Questi dati positivi, registrati prima dell’entrata in vigore del DPCM 24 ottobre, possono indurre in una visione troppo ottimistica per un settore quanto mai variegato e con una forte diversificazione delle aree di business – commenta Fabrizio Senici, neoeletto Presidente del Settore Terziario di Confindustria Brescia –. Riscontriamo infatti contemporaneamente aree con una forte crescita a fianco di altre come quelle dell’ospitalità, della ristorazione e del fuori casa in generale, per non parlare di chi si occupa di fiere ed eventi, che presentano una forte criticità, a cui il Decreto Ristori speriamo possa porre un temporaneo rimedio. La consapevolezza del fatto che il settore Terziario è composto da aziende molto diverse tra loro, per dimensione, fatturato e aree di business, a cui va data una risposta in termini di vicinanza e di comprensione delle criticità, è uno dei tre punti cardini – insieme al tema della digitalizzazione e della sostenibilità – del programma dei prossimi 4 anni del mio mandato e del nuovo consiglio direttivo.”

Nel dettaglio, per quanto riguarda i giudizi espressi dalle imprese sui tre mesi precedenti:

il fatturato è aumentato per il 23% delle imprese, con un saldo positivo del 7% tra coloro che hanno dichiarato variazioni in aumento e in diminuzione;
gli ordini e l’occupazione evidenziano incrementi (saldi netti pari rispettivamente a +19% e a +13%);
i prezzi dei servizi offerti si caratterizzano per un’evoluzione piatta (saldo netto pari a -4%), a conferma dell’assenza di rilevanti pressioni inflattive, in particolare in questa fase storica.
Per quanto riguarda le prospettive per i mesi a venire (che tuttavia non incorporano i possibili effetti sul business aziendale derivanti dai nuovi DPCM emanati dal Governo):

il fatturato è atteso in crescita dal 39% degli intervistati, con un saldo positivo del 23% a favore dei pessimisti rispetto agli ottimisti;
i saldi riferiti al portafoglio ordini (+10%) e all’occupazione (+3%) descrivono uno scenario in assestamento rispetto al recente passato;
i prezzi dei servizi offerti si contraddistinguono per un saldo di poco negativo (-3%).
Le opinioni delle imprese in merito alle prospettive sulla tendenza generale dell’economia italiana rimangono negative: il 16% degli imprenditori ha infatti un orientamento ottimistico, a fronte del rimanente 49% che prevede stazionarietà e del 35% che ha una visione sfavorevole.

L’eccezionalità dell’attuale fase ciclica ha portato alla realizzazione, anche per il 3° trimestre 2020, di un approfondimento in merito alla valutazione dei primi (e parziali) impatti di natura economica del Coronavirus sulle imprese del terziario bresciano, attraverso alcune specifiche domande rivolte alle imprese del panel. L’evoluzione mensile dell’attività produttiva si caratterizza per un forte recupero tra maggio e luglio, poi smorzatosi nei mesi successivi. Posto pari a 100 il livello di “normalità” pre-Covid, le realtà intervistate hanno dichiarato per il mese di luglio una crescita del business in continuità con la forte dinamica rilevata tra maggio e giugno, tale da recuperare buona parte di quanto perso durante il lockdown (91). Tuttavia, da agosto in poi gli operatori coinvolti nell’indagine non evidenzierebbero alcuna variazione significativa, con l’attività che sarebbe rimasta sostanzialmente sugli stessi livelli di luglio, ancora al di sotto rispetto alla situazione antecedente la pandemia. Nei primi nove mesi del 2020, il fatturato realizzato dalle imprese del Terziario sarebbe inferiore del 4% rispetto all’analogo periodo del 2019, mentre l’input di lavoro (misurato dalle ore lavorate) registrerebbe una contrazione relativamente meno intensa (-2%). In entrambi i casi si assiste a un miglioramento nei confronti di quanto rilevato per il primo semestre dell’anno, quando il volume d’affari era dato in flessione dell’11% e le ore lavorate del 9%. Da ultimo, l’indagine ha fornito una quantificazione dei costi aziendali a carico delle imprese, dall’inizio del lockdown alla fine dell’anno, per l’applicazione del Protocollo aziendale Covid-19. Complessivamente, il carico in capo a ogni azienda sarebbe pari a 708 euro per dipendente, di cui 293 euro relativi a costi “una tantum” (termoscanner, barriere protettive, ecc.) e i rimanenti 415 euro per costi di gestione (mascherine, sanificazione, disinfettanti, pulizia locali, ecc.).

Ultimo aggiornamento il 8 Aprile 2024 06:57

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