Non è lo stop definitivo, ma nel frattempo tutto si fermerà fino a primavera inoltrata. Il Tar di Milano, infatti, ha congelato fino al 21 aprile la valutazione di merito sul ricorso contro il nuovo forno crematorio di Quinzano d’Oglio. Un impianto di dimensioni significative, che a regime dovrebbe bruciare circa 2.400 salme ogni anno.
A presentare ricorso contro la delibera del Comune di Manerbio che ha approvato lo schema di convenzione con Quinzano erano stati in 130: ambientalisti, privati, associazioni, ma anche diverse imprese agricole del territorio. Tutti uniti dal timore dell’impatto dell’opera sull’ambiente e sulle produzioni della zona. Sul fronte opposto, invece, si è schierato il commissario prefettizio di Quinzano, che ha ritenuto l’opera indispensabile per la comunità, che peraltro vi ha già investito 150mila euro.
I giudici, ad aprile, dovranno pronunciarsi anche sul ricorso presentato dal commissario contro nuovo regolamento della Regione, che di fatto blocca l’intera operazione. Nel frattempo il comitato per il no al forno crematorio ha anche raccolto un migliaio di firme, chiedendo di promuovere un referendum locale sulla questione.
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