🔴 Piano cave, Capra (Loggia) contro la Provincia: “grande delusione”

Nel suo lungo ragionamento, in particolare, Capra lamenta un eccesso di volumi concessi ai cavatori e definisce "una provocazione" l'aumento della capacità estrattiva sugli ambiti di Rezzato e Castenedolo

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Fabio Capra, Pd (foto Andrea Tortelli)
Fabio Capra, Pd (foto Andrea Tortelli)

“La grande delusione”. Lascia poco spazio alle interpretazioni il post pubblicato su Facebook dall’assessore comunale al Bilancio Fabio Capra sul nuovo provinciale Cave. L’esponente della Loggia, infatti, critica duramente il piano presentato dal presidente del Broletto Samuele Alghisi e dal suo vice Guido Galperti, compagni di partito nel Pd.

Nel suo lungo ragionamento, in particolare, Capra lamenta un eccesso di volumi concessi ai cavatori, definisce “una provocazione” l’aumento della capacità estrattiva sugli ambiti di Rezzato e Castenedolo e conclude: “Brescia cessi di essere territorio che esporta ghiaia e importa rifiuti. Il Parco delle cave, il suo allargamento, dimostra che una strada da percorrere è possibile”.

Una posizione che sembra trovare sponda in numerosi amministratori pubblici e esponenti di spicco del Partito democratico, sempre più critici verso il piano tracciato dalla Provincia. E la polemica è appena iniziata.

L’INTERVENTO INTEGRALE DI FABIO CAPRA

La grande delusione!
La redazione di un PPC, Piano Provinciale Cave, è atto davvero difficile. Non c’è dubbio. Troppo forti e delicati gli interessi che si contrappongono. Ogni volta si tenta l’equilibrio, ogni volta a pagare è il territorio. Da una parte gli operatori del settore, dall’altra i cittadini, le associazioni, i Comuni che si vedono espropriati di una parte della loro competenza, quella del governo del territorio. E’ sì, è proprio così, perché il PPC è sovraordinato rispetto ai PGT. Nulla possono i sindaci; le aree interessate dalle scavazioni e le quantità sono decise dalla Provincia che, dopo l’adozione della proposta di Piano, attende l’approvazione della Regione, la quale SEMPRE aumenta le quantità.
Capisco che non si possa avere dati certi sui quali fare una previsione esatta, ma una stima “prudenziale” era possibile questa volta, come impone la vecchia L.R. 14/98, art. 5, comma 1, lettera e. Bastava tener conto del passato: il primo PPC 1990-2000, esuberante, non ha consumato le quantità estraibili; del secondo, obeso, dal 2005-2015 neppure metà delle previsioni sono state estratte. Cosa serve ancora per capire? Algoritmi? I cavatori hanno chiesto 99,9 milioni? Un numero che mi ricorda i saldi: tutto a 9,99 euro! Le stesse sproporzionate richieste del passato. Sì le stesse, ricordo e ho le dichiarazioni delle associazioni di categoria che anche 20 anni fa chiedevano SEMPRE DI PIU’. Basta, diamoci una mossa, lavoriamo per un futuro sostenibile.
Perché non si è adottato un PPC con una previsione di 35 milioni di mc, vale a dire quanto rimaneva dal precedente? Troppo poco? Intanto si cominci a cavare questi milioni, poi … Ricordo che nel 1999 la Regione, ai sensi della L.R.14/98, rivide su proposta della Provincia il PPC vigente e ne corresse le quantità.
Non c’è dubbio che sotto altri profili, dal recupero a lotti degli ambiti estrattivi, alla diminuzione degli ATE, trovo in questo nuovo Piano qualche elemento positivo, ma il risultato finale è una amara delusione; un passo in dietro, che provocherà discussioni, polemiche, ricorsi e numerose OSSERVAZIONI. Circa queste, mi permetto di ricordare agli amici con i quali ho condiviso due anni in Consiglio Provinciale, persone che stimo, che le osservazioni sono il mezzo con i quale i diretti interessati fanno valere le ragioni del territorio e suggerisco in sede di adozione di non fare spallucce, di approfondirle, di tenere conto dei rilievi dei Comuni.
Infine, aggiungo per la parte che più m’interessa, vale a dire gli ambiti estrattivi di Rezzato e Castenedolo, che addirittura la aumentata capacità estrattiva nel Piano appena depositato, rispetto a quello abortito, suona come una provocazione, visto che da più parti se ne suggeriva la diminuzione in termini di tempo e quantità per poter finalmente allargare il Parco delle Cave. Invece ora cittadini e Comuni si trovano, da una parte a osservare la proposta di Piano e dall’altra ad aprire una nuova battaglia contro la richiesta per la terza volta di apertura della discarica Castella, bocciata dal Consiglio di Stato. Una vergogna per Garda Uno, società proponente, per i Comuni che detengono le azioni; un paradosso per la Provincia che ne possiede il 10% ed è richiesta di dare un nuovo parere.
Chiedo uno scatto di orgoglio. Mettiamo fine a questo scandalo: Brescia cessi di essere territorio che esporta ghiaia e importa rifiuti. Il Parco delle cave, il suo allargamento, dimostra che una strada da percorrere è possibile!
Ultimo aggiornamento il 27 Marzo 2024 15:37

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