Grazie alla metro Brescia è sul podio delle città lombarde per emissioni zero del trasporto pubblico. Ma “si può fare di più”. E sul fronte privato le cose non vanno altrettanto bene. A evidenziarlo è una nota di Legambiente, che ha diffuso alcuni dati sulla mobilità sostenibile nelle diverse province lombarde.
A Milano, in particolare, il 76% dell’offerta di tuto il trasporto pubblico è elettrica: all’appello mancano solo 1200 autobus alimentati a gasolio, ma c’è già un piano per elettrificare tutti i bus entro il 2030. Mentre la leonessa è al 17% (su 46 vetture*km/ab.), contro il 23% della vicina Bergamo. Ma la metro fa la differenza.
Il versante privato, la principale fonte di inquinamento, non è purtroppo allo stesso livello e la sintesi è tutta in un dato (li altri li potete scaricare in .pdf a questo link): a Brescia circolano 64 auto ogni 100 abitanti, ma di queste solo lo 0,4% è elettrico.
“Brescia – rileva Legambiente in una nota – è terza tra le città lombarde nella nuova mobilità emissioni zero (MEZ), grazie alla principale linea di metropolitana. Purtroppo nessuna evidenza di importanti piani di elettrificazione di autobus o nuove linee ferroviarie. Contrariamente a Bergamo, scarsa propensione allo sviluppo di nuovi servizi di sharing mobility, a Brescia, a parte il piccolo car sharing di E-vai, non si va oltre ad un dignitoso ma modesto servizio di bike sharing. Alto il tasso di motorizzazione, poche le auto elettriche, meno di Bergamo, appena il doppio della media nazionale. Media la dotazione di colonnine e punti di ricaricapubblici per le auto elettriche, dovrebbe essere di molto potenziata anche solo per sviluppare un buon servizio di sharing mobility elettrica”.
E ancora: “A Brescia, oltre all’alto tasso di motorizzazione, si riscontrano pessimi indicatori di inquinamento e relativi costi sociali (oltre2mila euro pro capite all’anno!), incidenti stradali. Oltre alla ZTL e alle isole pedonali in centro, si spera che proseguano le politiche di ridisegno delle stradee dello spazio pubblico urbano: nuove strade a 20 e a 30 all’ora, nuovipercorsi ciclabili (per bici e monopattini) e le zone scolastiche. Contiamo anche in una nuova politica della sosta, più attenta alla consegna delle merci, alle bici e monopattini che, prima possibile, potranno così scendere dai marciapiedi, per posteggiare sulla careggiata”.
Un giudizio di sistema non lusinghiero, che si conclude così: “Alla seconda città della Regione Lombardia è richiesta ben altra ambizione verso una mobilità sostenibile a emissioni zero entro il 2030-2040”.
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