Sabato 18 settembre, a Castenedolo, appuntamento con Dante… e non solo. Nell’occasione, infatti, verrà presentato l’ultimo libro del giornalista Aldo Cazzullo (“A riveder le stelle”, Mondadori), che ricostruisce le tappe del viaggio di Dante Alighieri attraverso l’inferno fino alla “rinascita” nel canto finale. Con lui interverrà l’ex leader dei Litfica Piero Pelù.
L’appuntamento – che si tiene nell’ambito della rassegna Castenedolo Incontra – è alle 20.45. Inizialmente la sede prevista era il parco di Villa Fanti-Rovetta, ma l’evento è stato spostato al Palazzetto dello sport di via Tenente Olivari per garantirne lo svolgimento anche in caso di maltempo. L’ingresso è gratuito, ma con green pass obbligatorio.
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Che serata raga… Un Grazie al Comune di Castenedolo, Assessorato alla Cultura, nell’ambito della rassegna Castenedolo…Incontra l’ultimo libro di Aldo Cazzullo e Piero Pelù portano in scena a riveder le stelle. Uno lo racconta, l’altro lo recita. Un ringraziamento all’Amico Dott. Groli Gianbattista per la generosità culturale nell’aver sostenuto l’evento, oltre alla cordiale efficienza nel rispetto del rigido protocollo, delle donne e uomini protezione civile, nel farci sentire tutti in sicurezza. Che serata… Aldo Cazzullo “A riveder le stelle”, sul palco lui è la parte super razionale mentre Piero Pelù quella più artistica e interpretativa, con amabile semplicità hanno ricostruito tutte le tappe del viaggio di Dante Alighieri attraverso l’inferno fino alla “rinascita” nel canto finale, il cantante fiorentino rockettaro, Piero Pelù, il quale ha dato con Maestria musicalità ai versi del sommo Poeta. Si “un nuovo palcoscenico”. “Ha fatto una lettura molto melodica e ritmica di Dante”, accompagnandoci nella sua interpretazione “terzine ed endecasillabi sono diventati dei veri e propri spartiti musicali”. Molti ieri sera ci siam rivisti come la «Seconda Stella a Destra che vien dopo il Covid». Ci domandavamo perché magicamente eravamo in quell’isola, confidandoci che abbiamo un po’ subito Dante nel periodo scolastico. Non tutti i professori erano capaci di trasmetterti l’amore per questo capolavoro e farti entrare dentro. Consapevoli che sarà una serata ostica indubbiamente. Non è stato scontato a parte alcune terzine mitiche. Al nostro ricordar delle interrogazioni e timori-timidezza nell’aver sciolto con la loro Umana bravura di rendere il più romanzata, teatrale con maestria mimica di Piero, della lettura di Dante, nella delicatezza di noi scolari maturi, che chiunque non l’abbia studiato troppo è riuscito a seguire come un racconto. La vera novità sarà il fatto ci siamo trovati a confrontarci con un testo monumentale, con generosità umana sono riusciti, di renderlo il più discorsivo e teatrale possibile. Ora sereni e preparati per la mitica interrogazione! Memoria scolastica pacificata no! Ci guardavamo tra noi ritrovati, e vi confesso anche le lacrime nascoste dalle mascherine trattenuti nel voler abbracciare. Raga.., che serata, ad un sentire Il rocker e il giornalista-scrittore. Era come essere in pellegrinaggio, testimoni dell’evento. Vedere Pelù racchiude tanta di quella storia, un numero così infinito di vicende, miti, racconti romantici che <> è stata uno straordinario un evento, un’occasione per molti a un sentire che lui racconta, con “passi ritmici, ondulati” di un leone, ad assaporare e imparare cosa voglia dire amare la musica, amare il rock, amare la Poesia, amare la filosofia, e infine farci capire, l’attualità di Dante, il suo essere contemporaneo a tutte le epoche, e la potenza della Divina Commedia. Nel percorso della magica emozionante serata si segue il dopo essere partiti, ovviamente, con «Nel mezzo del cammin di nostra vita». Pelù usa le terzine come base ritmica, quasi fossero basso e batteria rock. Cazzullo le prende come spunto per un viaggio tutto italiano fra cultura, storia e politica. «La parola chiave è “nostra”. Dante parla di noi, il suo è un viaggio ultraterreno, ma anche dentro l’animo umano. E ci riguarda anche come italiani, perché è il poeta che si inventa l’Italia: ci ha dato la lingua, l’idea di noi stessi e quella di Italia come software del mondo». Camicia rosso inferno (poi ne indosserà una verde e una bianca come richiamo alle altre cantiche e farà anche due magiche-infinite canzoni dal vivo), Pelù riesce a mettere fisicità anche dietro a un leggìo. Uno che diavolo e inferno li ha spesso frequentati nelle canzoni, non può che dare il meglio con Malacoda, il capo dei demoni del XXI canto, che prende un registro comico e folle. Quando tocca invece a Caronte, il traghettatore ha la voce, più che gli occhi, «di bragia». Cazzullo fa il Virgilio del pubblico, lo guida in un percorso storico in cui si trovano le tracce di Dante ovunque, nell’irredentismo e nel Risorgimento, da Ungaretti a Jovanotti, e anche nell’attualità con le invettive contro i <<mediocri delle stanze dove risuona chiamate-mentitoio» politici fiorentini di ieri e di oggi nazionali e locali («Una legge decisa a ottobre non arriva a metà novembre, tipo flash mob di buoni Decreti Legge, ma nel breve tempo, da manine esperte rimodulati»). Che sembrano «un ritratto dell’Italia di oggi?». Una serata umana rock e psichedelica con le meravigliose sovrapposizioni di dante che accompagnava proteggendoli dicendo quale umana bellezza e di generosità donne e uomini, martiri, generosi/e, politici e scienziati, grandi personaggi accompagnati dal sommo Poeta Dante, Piero Perù e da Aldo Cazzullo, nel settore dei Giusti, perché la Divina Commedia è tutte queste cose. Una tavolozza di sfumature. Rock vuol dire avere in sé tantissime anime. Il rock non è solamente uno. Da quando professiamo il rock in italiano fino ai Maneskin di oggi ci sono in mezzo circa 40 anni di musica rock che è stata declinata con infinite sfumature. E' un linguaggio estremamente variegato e non monolitico, e guai se non lo fosse. Dante è infinito nel suo non essere monolitico. Dante che inventò l’Italia. Non ci ha dato soltanto una lingua; ci ha dato soprattutto un’idea di noi stessi e del nostro Paese timone della bellezza universale. Non solo. Il sommo Poeta è il poeta delle donne. E’ solo grazie alle donne – scrive – se la specie umana supera qualsiasi cosa contenuta nel cerchio della luna, vale a dire sulla nostra madre terra. La donna è il capolavoro di Dio. E nella condanna del femminicidio che emerge dall’incontro con Paolo e Francesca.
Celso Vassalini