di Ciro Corradini – C’è sempre una prima volta. Spesso arriva come la neve a primavera: inattesa. Qualche avvisaglia però c’era stata. Perchè che la difesa del Brescia non fosse monolitica ed inviolabile come l’Altare della Patria era evidente a tutti, Inzaghi compreso. Che davanti a Joronen ci fossero più falle che nell’alibi di Al Capone in tema di dichiarazione dei redditi altrettanto chiaro. Del resto invertendo l’ordine dei fattori il prodotto non cambia, soleva dirmi inutilmente la mia professoressa di matematica che io, con l’algebra ed i suoi dintorni, ho la stessa consuetudine che hanno le lapponi con il bikini. Da due stagioni la retroguardia biancazzurra è quella. Gli uomini sono quelli, quindi qualche domanda, e possibilmente qualche risposta, era il caso di darsela. Il pensiero più “zemaniano” che “sacchiano”, sposato più per necessità che per virtù da Pippo Inzaghi era chiaro: “Tanto finchè facciamo un gol più degli altri…”. Appunto: finchè…
Con il Como matricola sul fondo della classifica guidato in panchina da Gattuso, quello dei poveri con tutto il rispetto, il Brescia becca una pappina quando ancora sta con la testa negli spogliatoi. Ha tempi di reazione di un bradipo in letargo ma sul finire del primo tempo trova il guizzo dell’immortale Palacio che fa 1 a 1. Nella ripresa tutti aspettano il sorpasso, la goleada ed il tripudio. Invece un attaccante col cognome che rimanda alla gomma del ponte, La Gumina, la mette dentro complice un errore di superficialità di Olzer e un posizionamento preventivo in copertura rivedibile.
Non schiuma rabbia la banda Inzaghi ma pareggia e nulla ruba. L’incornata di Bajic all’84esimo vale il 2 a 2 e con sei più recupero da giocare c’è chi pensa che i tre punti non siano un miraggio. Invece il Como fa filotto. Bellemo si beve Chancellor, nell’occasione più statico del David di Donatello, e fa 3. E poco dopo Cistana regala agli ospiti un rigore che sembra figlio della frustrazione. Quattro a due e punto a capo. Sia chiaro: una sconfitta non cancella quanto di buono fatto fino ad ora dal Brescia. Una sconfitta non può cambiare il giudizio su di una squadra che ha le carte in regola per lottare per la serie A a patto però che si ricordi che, come diceva il mio maestro “Chico” Nova: “L’attacco garantisce lo 0 a 0….”. Ovvero meglio prendere un gol in meno degli avversari che segnarne uno in più!
* Direttore di Zona Ciro e opinionista di BsNews.it
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