Un raptus omicida. Così avrebbe spiegato ai magistrati il suo folle gesto Ezio Galesi, che alle 19 di ieri ha ucciso a martellate la ex fidanzata Elena Casanova. Il quarto femminicidio degli ultimi 12 mesi nella nostra provincia.
Il 59enne – in un interrogatorio durato pochi minuti – ha riferito che la relazione con la donna si era conclusa da circa un anno (avevano anche fatto una breve convivenza nell’abitazione di via Fiorita). Ma l’uomo non accettava l’epilogo del rapporto: secondo alcune fonti avrebbe anche imbrattato con scritte i muri esterni dell’abitazione della donna e in un’occasione sarebbe arrivato a bucarle gli pneumatici. Ieri, dopo averla incrociata in un negozio di Castegnato, l’avrebbe seguita fino a casa. Qui avrebbe utilizzato un martello per sfondare il vetro della sua auto, colpendola poi a morte.
“In quel momento la volevo uccidere. Perché tanta violenza? Perché c’erano dei sentimenti, anzi no, ritratto e non voglio rispondere a questa domanda. È stato un raptus”, così avrebbe detto Galesi secondo quanto riportato da diverse fonti.
Ieri, subito dopo aver commesso l’omicidio – secondo quanto ha riferito il Giornale di Brescia – Galesi avrebbe anche risposto a un vicino che si era affacciato per chiedere spiegazioni: “L’hó copàda. G’hére dìt chel fàe e ló fàt” (trad. “L’ho uccisa: avevo detto che l’avrei fatto e l’ho fatto”). Poi ha atteso l’arrivo dei carabinieri, in silenzio, fumando una sigaretta.
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