Una statua dedicata a una donna, collocata sul piedistallo che fu del Bigio (rappresentazione del “superuomo” fascista) e che ora – pro tempore – è del “Negher” di Mimmo Paladino. A lanciare la proposta sono state l’associazione culturale Celacanto e l’associazione Caliniani, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta ieri.
L’iniziativa prende le mosse – come sottolineato dalla storica dell’arte Ludovica Piazzi – dal censimento delle statue pubbliche di donne in Italia, che sono poche (171 in tutto, nove su dieci realizzate da artisti uomini), collocate in prevalenza in piccoli centri e dedicate in gran parte a figure religiose o donne con un destino tragico. Oltre che “sovente rappresentate in posizione ancillare rispetto agli uomini oppure come giovani donne nude o poco vestite, sensuali e in pose che per nulla rimandano al loro ruolo nella società, come a esempio Maria Grazia Cutuli e Ilaria Alpi, in modo da togliere loro autorevolezza”.
Claudia Speziali, di Celacanto, ha quindi evidenziato che a Brescia “sono presenti numerose statue con fattezze femminili, prevalentemente allegorie o figure mitologiche, una sola dedicata a un soggetto anonimo collettivo, Gli emigranti, che a dispetto del titolo con cui è censita dal Comune, rappresenta una sfinita madre emigrante con la figlia”.
Da qui la richiesta al Comune di Brescia – presentata da Alberto Molinari dell’associazione Caliniani – di realizzare un nuovo monumento a una donna in vista dell’appuntamento del 2023, in cui Brescia sarà capitale italiana della cultura. Un monumento – ha precisato Speziali – da dedicare a una figura “realmente esistita e che si sia distinta per il suo contributo alla storia, alla società, alla scienza, alla cultura o all’arte e non per abnegazione, cura e sofferenza, collocata in una zona centrale della città, affinché ne sia percepita la rilevanza”.
Ma la proposta che più farà discutere è certamente quella di Molinari, che ha suggerito di collocare l’opera in piazza Vittoria, in cui si trova il basamento del Bigio – ovvero la statua l’Era fascista di Dazzi – rimosso alla Liberazione nel 1945.
“Collocare una statua di donna in una piazza inaugurata nel 1932 dal Duce e che celebra la vittoria dell’Italia nella Grande guerra – ha aggiunto Speziali – sarebbe una scelta simbolica potente, che potrebbe oltre tutto porre fine alla annosa querelle tra chi a Brescia vorrebbe la ricollocazione del Bigio e chi è contrario”.
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