🟢 Bonardi: “La strada dei Longobardi? La sogno forte come la Franciacorta”

Nel 2020 - in piena pandemia - Bonardi ha raccolto la difficile sfida di rilanciare l'ente di promozione turistica nato nel 2001, che raccoglie oggi 36 realtà, tra cui due consorzi vitivinicoli (Montenetto e Botticino) e nove Comuni (Brescia, Botticino, Capriano del Colle, Castenedolo, Flero, Montichiari, Montirone, Poncarale e Rezzato)

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Flavio Bonardi, foto da ufficio stampa

(a.t.) Il sogno? Conquistare tutti gli operatori vitivinicoli del territorio, allargare il numero dei soci e soprattutto convincere i turisti, facendo della Strada del vino e dei sapori “Colli dei Longobardi” una nuova Franciacorta.

A indicarlo è Flavio Bonardi, che nel 2020 – in piena pandemia – ha raccolto la difficile sfida di rilanciare l’ente di promozione turistica nato nel 2001, che raccoglie oggi 36 realtà, tra cui due consorzi vitivinicoli (Montenetto e Botticino) e nove Comuni (Brescia, Botticino, Capriano del Colle, Castenedolo, Flero, Montichiari, Montirone, Poncarale e Rezzato).

La svolta – già visibile dopo pochi mesi di lavoro – è passata per un nuovo logo, un “nuovo” nome, nuovi finanziamenti, nuove relazioni con i Comuni e un centinaio di eventi nell’anno più difficile per il turismo mondiale. Un cambio di passo netto, che è riuscito a superare di slancio piccole rivalità di confine o di partito, e che nella visione di Bonardi può portare molto lontano. Lo abbiamo intervistato.

DOMANDA – Che situazione ha trovato?

RISPOSTA – Certamente complicata. E non soltanto a causa del Covid. Dopo vent’anni di vita la Strada aveva bisogno di nuovo slancio e, invece, la pandemia ha rischiato di fermarla per sempre. Quando mi è stato chiesto di assumere l’incarico, ho voluto ripartire innanzitutto dai Comuni soci: alcuni erano pronti a lasciare, ma li ho convinti della bontà del mio progetto. Inoltre l’ente era in difficoltà dal punto di vista economico, bloccato dalla quasi totale assenza di entrate. Ho lavorato fin da subito per coinvolgere più soggetti possibile, intercettando due finanziamenti della Regione e qualche contributo da sponsor privati. Nonostante la pandemia, in questi mesi, siamo riusciti a mettere in campo iniziative di carattere culturale ed enogastronomico in tutti i Comuni soci. Non era scontato, visti i tempi, ma siamo più vivi che mai.

D – Il vostro è geograficamente un territorio molto eterogeneo, che va dalla Bassa all’Hinterland cittadino. Qual è il filo rosso che vi lega e vi distingue dagli altri?

R – Il primo collante è la presenza dei Longobardi nella storia dei nostri territori: ciascun Comune, non solo Brescia, ha reperti o tracce del passaggio di questa popolazione.  Poi c’è la questione del vino. La strada nasce dal settore vitivinicolo ed è un’unicità che comprenda ben due consorzi (Montenetto e Botticino). In alcuni Comuni (come Montichiari e Montirone) – durante questo ventennio – i vigneti sono gradualmente scomparsi, mentre altri territori attivi nel settore vitivinicolo, come Leno, sono rimasti fuori. La legge attualmente ci vieta di includere nuovi Comuni, ma contiamo di poter rimediare con la riforma attualmente in discussione. A identificarci, comunque, non è solo il vino…

D – Non a caso nella denominazione della Strada avete aggiunto i “sapori”…

R – A livello regionale esistono già da tempo esperienze legate a prodotti come il riso e il tartufo. Anche per noi il tema del vino non riassume in maniera esaustiva le potenzialità del territorio. Abbiamo produttori agricoli, di formaggi, di miele e salumi, che già rappresentano un’eccellenza e che non vengono valorizzati a sufficienza. Un esempio fra tanti? Penso all’azienda Tregatti di Poncarale, che produce esclusivamente formaggi di capra e che è stata ripetutamente premiata per la qualità dei suoi prodotti.Quanti lo sanno? Da noi ci sono troppe eccellenze poco note: il mio compito non è vendere i loro prodotti, ma vendere le unicità loro e del territorio.

D – Vendere a chi? Ai bresciani o a chi viene dall’estero?

R – A tutti. Il primo passo è certamente quello di farci conoscere ai nostri concittadini e, a tale scopo, abbiamo già organizzato visite alle cantine e ai Comuni che le ospitano. Ma negli scorsi mesi, anche in collaborazione con Visit Brescia, abbiamo promosso diverse iniziative rivolte a un pubblico più ampio, guardando in particolare al Nord Italia.

D – Il cibo e il vino, oggi più di ieri, sono importanti volani di sviluppo turistico dei territori. Ma è davvero pensabile che una parte della Provincia di Brescia oggi meno nota di altre possa diventare un giorno una piccola Franciacorta o le Langhe?

R – Ovviamente non da subito, ma l’obiettivo di fondo è quello. E per farlo bisogna innanzitutto far crescere il nostro brand territoriale. Non a caso abbiamo incrementato gli eventi promozionali (104 lo scorso anno, ndr) e lavorato sull’immagine coordinata, con cartellonistica e campagne mirate. La mia speranza è che in un futuro non troppo remoto il logo della Strada possa comparire anche su tutte le bottiglie prodotte nel territorio, proprio come avviene in Franciacorta.

D – Brescia capitale della Cultura 2023 può aiutarvi in questa missione. Ma anche voi potete portare un contributo importante alla città sul versante vitivinicolo…

R – Sicuramente. L’integrazione è un elemento imprescindibile per lo sviluppo dei territori. Con il Comune di Brescia – la vicesindaca Laura Castelletti e i suoi uffici – abbiamo già avviato una proficua collaborazione su Eat Lombardy. Inoltre stiamo già lavorando con le altre Strade lombarde, compresa quella della Valcalepio, per immaginare proposte rivolte ai due Comuni sul tema dell’enogastronomia: nel dossier si parla di cibo, ma questo tema meriterebbe più spazio e noi possiamo portare un contributo. Mi piacerebbe, poi, che le stesse dinamiche sinergiche si creassero anche con il Garda e la Franciacorta. La Regione sta già facendo la sua parte ed è una fortuna poter contare su una figura come l’assessore Fabio Rolfi, molto attento alle nostre iniziative e alle nostre esigenze.

D – I progetti sono tanti, vedo. Ma ha un sogno?

R – Sul nostro territorio sono presenti circa 40 di produttori vitivinicoli. Oggi circa un terzo è associato alla Strada: mi piacerebbe che il nostro progetto diventasse tanto appetibile da convincerli tutte ad aderire.

FLAVIO BONARDI: CHI E’?

Nato il 27 settembre 1976, Bonardi è sposato e ha una figlia. Nella vita è coordinatore di un ente di formazione. Inoltre siede nel consiglio di amministrazione della Riserva delle Torbiere del Sebino (dal 2020) e in quello del Csvi (dal 2015) ed è responsabile nazionale della formazione dell’Agesc (Associazione genitori scuole cattoliche) dal 2021. In passato è stato anche nel consiglio di gestione di Fondazione Casa Industria (dal 2014 al 2018), vicepresidente della Nona Circoscrizione di Brescia (dal 2003 al 2008) e presidente della circoscrizione Centro (dal 2008 al 2013). Iscritto a Forza Italia è vicecoordinatore cittadino del partito.


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