Ecco come si “batte” il mostro in prima pagina! | 🟢 BRESCIA VISTA DALLA PSICOLOGA

Mi riferisco alla vicenda di Carol Maltesi, più nota con il nome d’arte di Charlotte Angie, la vittima del terribile omicidio venuto alla luce seguito al ritrovamento, lo scorso 20 marzo, del suo corpo, ridotto in pezzi, in un dirupo a Paline di Borno, in provincia di Brescia.

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Doriana Galderisi, opinionista BsNews

di Doriana Galdrisi* – Inizio l’articolo di oggi rivolgendo i miei complimenti al dottor Andrea Tortelli, direttore di Bsnews, perché si è comportato in modo non solo deontologicamente coretto, ma anche umanamente rispettoso nel trattare un caso di cronaca nera di estrema gravità che ha scosso la nostra provincia e l’intera comunità.

Mi riferisco alla vicenda di Carol Maltesi, più nota con il nome d’arte di Charlotte Angie, la vittima del terribile omicidio venuto alla luce seguito al ritrovamento, lo scorso 20 marzo, del suo corpo, ridotto in pezzi, in un dirupo a Paline di Borno, in provincia di Brescia.

Un omicidio tocca sempre la sensibilità umana e scuote le coscienze, soprattutto quando le vittime sono persone giovani, nel fiore degli anni. Se un omicidio è sempre qualcosa di efferato, vi sono degli omicidi che vanno al di là di ogni possibile sensibilità umana proprio per il modo con cui vengono messi in atto. Di questo mi occupai in uno dei master in criminologia che aveva il focus specifico sui sex offenders.

Vi sono infatti dei delitti che costituiscono delle vere e proprie mostruosità, così come il  professore Francesco Bruno, noto criminologo che si occupò anche del caso del mostro di Firenze, li definisce, ovvero omicidi in cui l’efferatezza e la crudeltà del modus operandi dell’assassino travalicano qualsiasi livello di comprensione umana.

Nei delitti “mostruosi” spesso vi è un accanimento della morte sulla morte, quello che viene  definito “Over killing” dall’Fbi, cioè un proseguire ad infliggere ferite, in modo prolungato, su un corpo che, dopo i primi colpi, è spesso già cadavere. Si tratta quindi di un modo di uccidere in cui vi è un surplus di morte, dove il piacere ricavato dalla sofferenza della vittima (supplizio del cadavere), lo sfogo brutale e brutalizzante della pulsione di morte del killer ne sono i motori principali.

Se vi sono delitti mostruosi vi sono anche killer mostruosi… e chi sono costoro? Sempre secondo il famoso professor Francesco Bruno, “i mostri farebbero parte di una terza classe di soggetti, che non sono (solo) criminali, non sono folli, ma che sono, appunto, mostri, fenomeni rari ed eccezionali che si ergono al di fuori di ogni possibilità di comprensione umana. Sono, appunto mostri: fenomeni rari ed eccezionali”.

La mostruosità dunque è insita nella sproporzione quantitativa e qualitativa dell’atto: vengono infranti quei limiti che comunemente vengono ascritti alla natura umana; le persone che vanno oltre tali confini presentano la forte e intenzionale volontà di distruggere l’altro, di annientarlo, di frantumarlo, di ridurlo al silenzio.

Nella mostruosità non vi è emozione, bensì azione, un’azione in cui la quantità di violenza è enorme e si riversa sulla cancellazione della vittima prescelta. Il fatto poi che tra la vittima e il suo omicida via sia un legame, parentale e/o affettivo, rende lo scenario ancora più aberrante.

Eventi come questo, nonostante purtroppo da tempo si sia abituati a vedere immagini scabrose per la loro terrificante brutalità, incidono sull’opinione pubblica, in modo più o meno cosciente e consapevole. Quando poi la descrizione dei killer risponde all’identikit “dell’uomo qualunque… della porta accanto… sempre gentile eccetera”, ecco che allora possono farsi strada la diffidenza, la paura, il sospetto.

E’ per tutto ciò che un omicidio slatentizza a livello emotivo e mentale, e nell’opinione pubblica che sia le trattazioni giornalistiche che quelle giuridiche, nei casi come quello di questi tipi di omicidi definiti appunto mostruosi, devono essere accurate, attente e “delicate”: perché talvolta le risposte emozionali delle persone di fronte a delitti di tale natura possono essere molto forti, situarsi, oltre che nell’ansia, nel vero e proprio panico.

La bravura del dottor Andrea Tortelli risiede proprio nell’essersi coordinato con le forze dell’ordine e nell’aver atteso la cattura del killer, quando invece era già a conoscenza dell’identità anagrafica dell’uomo, prima di darne notizia. Non sempre si trova un’attenzione del genere, anzi, a volte le notizie sono “sbattute in prima” pagina ancor prima di essere comunicate alle persone direttamente interessate.

Questo modo di agire qualifica l’azione giornalistica del direttore di Bsnews, il quale non solo ha avuto intuito investigativo e caparbietà nel percorrere una pista, ma ha anche saputo attendere il momento giusto prima di rivelarla. In qualità di criminologa rinnovo i miei complimenti a questa manifestazione di professionalità e di serietà.

Ma proprio in qualità di criminologa voglio evidenziare come questo evento sia importante anche per un altro aspetto, ovvero la rapidità con il quale è stato risolto. L’aver catturato il killer così in fretta è un elemento che aiuta a garantire un generale senso di protezione e tranquillità, anche perché mostra l’efficienza delle Forze dell’Ordine, in questo caso anche di persone, come il direttore di Bsnews, che si adoperano per aiutare, fatto, questo, non sempre così diffuso ai nostri giorni.

Concludo con un pensiero dedicato alla povera vittima, che mi nasce richiamando una frase di Yukio Mishima che recita: “Ci sono persone che si dedicano alla coltivazione dei fiori solo per poterne strappare i petali”. In questo caso il fiore aveva un nome: Carol Maltesi. Che la terra le sia lieve.


Nel ringraziarvi per l’attenzione vi invito ad ulteriori approfondimenti sulla mia pagina Facebook, su Spotify, su Galderisi opinions today, in cui troverete un dossier psico-criminologico su questo caso.

Ps: avevo previsto di proporvi un articolo sulla Pasqua, ma gli eventi delle ultime giornate mi hanno fatto cambiare rotta, quindi un articolo sulle festività pasquali uscirà la settimana successiva, proprio il giorno di Pasqua, con una cadenza un po’ diversa dalla solita, che è quindicinale.

Dottoressa Doriana Galderisi, psicologa, neuropsicologa, esperta in criminologia investigativa, criminal profiling, psicologia giuridica, psicopatologia e psicodiagnostica forense, psicologia e psichiatria forense applicata ai sex offenders

CHI E’ DORIANA GALDERISI?

Doriana Galderisi è padovana d’origine e bresciana d’adozione: lavora nel campo della psicologia da più di 27 anni con uno studio in via Foscolo, a Brescia. Esperta in: Psicologia e Psicopatologia del Comportamento Sessuale Tipico e Atipico, Psicologia Criminale Investigativa Forense, Psicologia Giuridica, Psicologia Scolastica, Psicologia dell’Età Evolutiva, Neuropsicologia. E’ inoltre autorizzata dall’ASL di Brescia per certificazioni DSA (Disturbi specifici di Apprendimento). E’ iscritta all’Albo dei CTU, all’Albo dei Periti presso il Tribunale Ordinario di Brescia e all’Albo Esperti in Sessuologia Tipica e Atipica Centro “il Ponte” Giunti-Firenze.

LEGGI TUTTE LE PUNTATE DELLA RUBRICA DI DORIANA GALDERISI CLICCANDO SU QUESTO LINK

– L’ARTICOLO DI BSNEWS CONTESTUALE ALLA SEGNALAZIONE AI CARABINIERI, CHE GIA’ CONTENEVA I DETTAGLI DELL’INCHIESTA SU CHARLOTTE ANGIE
– L’ARTICOLO CON I DETTAGLI DELL’INCHIESTA SU CHARLOTTE ANGIE CHE ABBIAMO PUBBLICATO SOLO DOPO CHE IL CASO E’ USCITO
– IL DETTAGLIO DEI TATUAGGI DI CHARLOTTE ANGIE E LE CORRISPONDENZE ESATTE
– LA CHAT DI BSNEWS CON CHARLOTTE ANGIE, MA ERA GIA’ MORTA: HA RISPOSTO L’ASSASSINO?
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Ultimo aggiornamento il 11 Aprile 2024 14:12

 

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