🔴 Gli animalisti: “Maiale per esperimento già morto? Non conta: la loro vita è sacra come la nostra”

"Trattasi di animali deceduti negli allevamenti, cioè uccisi o morti di stenti, soppressi o morti di infarto per la paura e le sofferenze subite"

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Maiali, foto generica da Pixabay

“Che sia ‘già morto’ non significa nulla, è stato comunque ucciso, soppresso in un allevamento.”. Con queste parole, gli animalisti rispondono alle precisazioni del tribunale di Brescia sull’esperimento giudiziario che si terrà oggi nell’ambito del processo per l’omicidio di Mario Bozzoli.

“La vita degli animali è sacra, così come la nostra, il loro corpo è sacro come il nostro”, incalzano i gruppi animalisti, annunciando un presidio alla fonderia Gonzini di Provaglio d’Iseo per le 13.30.  E aggiungono: “Trattasi di animali deceduti negli allevamenti, cioè uccisi o morti di stenti, soppressi o morti di infarto per la paura e le sofferenze subite. (…) Cuore era un simbolo, per tutti gli animali sfruttati e uccisi, rinchiusi nelle gabbie degli allevamenti, privati della loro identità di esseri senzienti. E giustificarsi dicendo che gli animali sono ‘già morti’ significa togliergli ancora una volta la loro dignità di esseri senzienti”.

IL COMUNICATO DEGLI ANIMALISTI

TRIBUNALE VA AVANTI CON L’ESPERIMENTO CON FORNO FUSORIO E IL MAIALE CUORE.
LA RISPOSTA DELLE ASSOCIAZIONI

Le associazioni animaliste Meta Parma, Avi Parma, Salviamo i macachi di Parma, dopo aver letto le dichiarazioni rilasciate dal Tribunale di Brescia in merito alla continuazione dell’esperimento con forno fusorio e un maiale, rispondono pubblicamente rilasciando un comunicato alla stampa. Prevista anche una protesta davanti alla fonderia Gonzini, organizzata dal Fronte Animalista.

“Dopo tanti giorni di silenzio, apprendiamo oggi da alcuni quotidiani che il Tribunale di Brescia ha deciso di andare avanti con l’esperimento con forno fusorio e il corpo di un povero maiale”, dicono le associazioni. “Nelle dichiarazioni che abbiamo letto, e a cui rispondiamo sia pubblicamente sia tramite reclamo diretto che abbiamo provveduto a inviare, il Tribunale dice infondata la notizia che nel forno verrà buttato un maiale vivo, ma su questo non c’erano mai stati dubbi. In tutti i numerosi articoli pubblicati in questi giorni, era chiaro a tutti che non sarebbe stato buttato nel forno fusorio un maiale ancora vivo, ma già ucciso. “Non butteremo nel forno fusorio un maiale ancora vivo, ma già morto!”, questa è la risposta. Risposta ovvia, perchè sarebbe assurdo anche solo pensare di poter buttare in un forno fusorio un maiale ancora vivo!
Il Tribunale ha quindi dichiarato che utilizzeranno un maiale già morto! “Già morto” non significa nulla! Ogni maiale prima di essere ucciso, era vivo. Ogni animale è vivo, prima di essere ucciso. Che sia “già morto” non significa nulla, è stato comunque ucciso, soppresso in un allevamento. Infatti leggiamo che “l’animale sarà prelevato tra quelli che quotidianamente vengono conferiti all’Istituto Zooprofilattico prelevati da tutti gli allevamenti perché deceduti e destinati allo smaltimento”. Trattasi di animali deceduti negli allevamenti, cioè uccisi o morti di stenti, soppressi o morti di infarto per la paura e le sofferenze subite. Gli animali rinchiusi nelle gabbie degli allevamenti non possono definirsi mai “animali sani”, hanno ferite e piaghe da decubito dovute alla reclusione in gabbia e alla mancanza di possibilità di movimento adeguato. Sono animali tristi, psicologicamente provati, spaventati, isolati dal mondo, trattati come oggetti come se fossero nulla.
Cuore era un simbolo, per tutti gli animali sfruttati e uccisi, rinchiusi nelle gabbie degli allevamenti, privati della loro identità di esseri senzienti. E giustificarsi dicendo che gli animali sono “già morti” significa togliergli ancora una volta la loro dignità di esseri senzienti.
Come associazioni, volontari e cittadini stiamo lottando da anni contro gli esperimenti sugli animali, lasciati soli in questa battaglia dalle istituzioni.
Nessuno ha mai dichiarato che avrebbero buttato nel forno un maiale ancora vivo, bensì è stato sempre contestato il disvalore del voler usare un animale e bruciarne il corpo per un esperimento giudiziale. Abbiamo sempre contestato l’idea alla base di tutto questo, cioè usare un essere senziente per un esperimento giudiziale. A tale disvalore si unisce ora l’aggravante di voler utilizzare un maiale di un allevamento, una creatura già vittima di violenza e sofferenza, perchè questo sono gli ALLEVAMENTI. In questa triste storia c’è tutto l’orrore dello sfruttamento animale: esperimenti e allevamenti!
Negli allevamenti non esiste “morte naturale” per gli animali, esiste solo “morte indotta”.
Le associazioni Meta Parma, Avi Parma, Salviamo i macachi di Parma, contestano questo esperimento, ora più che mai.
Non è questa la GIUSTIZIA che vogliamo! Non può essere questo il modo di risolvere un crimine. Noi vogliamo un mondo migliore, un mondo più giusto, siamo contro ogni violenza e ogni sfruttamento, e continueremo a lottare per i diritti degli Animali Esseri Senzienti, riconosciuti come tali anche nella nostra Costituzione.
Sono esseri senzienti, non sono oggetti da utilizzare!
Siamo contrari a questo esperimento, così come siamo contrari a tutti gli esperimenti sugli animali e a ogni violenza e sfruttamento!
La vita degli animali è sacra, così come la nostra, il loro corpo è sacro come il nostro.
Cuore non deve essere buttato in un forno fusorio, nè il suo corpo, nè il corpo di nessuna creatura innocente.
La petizione Salviamo Cuore ha superato le 10.000 firme, che abbiamo allegato anche ora al nuovo reclamo, e non si può rispondere ai cittadini che “Cuore era già morto”.
Segnaliamo inoltre il presidio organizzato dal Fronte Animalista in difesa della dignità di Cuore e di tutti gli animali, mercoledì 27 aprile ore 13.30 via Ugo La Malfa 24, Provaglio d’Iseo (BS), davanti alla fonderia Gonzini.
“Giustizia per Cuore, sono tutti Cuore”.
Ruggiero Katia referente Meta Parma, Avi Parma, Salviamo i macachi di Parma.


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Ultimo aggiornamento il 3 Marzo 2024 02:53

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