✴️ Brescia ha bisogno di un museo di arte moderna | di Elio Marniga*

Nessuna attività umana sa descrivere con tanta fedeltà e tanta meticolosa chiarezza tutti gli aspetti di una realtà in perenne movimento come riesce a fare l’arte, in qualsiasi modo essa si esprima, quali siano gli strumenti che usa, da qualsiasi punto lei volga lo sguardo

Redazione BsNews.it

29 Aprile 2022

di Elio Marniga* – Brescia ha bisogno di un museo di arte moderna. Nessuna attività umana sa descrivere con tanta fedeltà e tanta meticolosa chiarezza tutti gli aspetti di una realtà in perenne movimento come riesce a fare l’arte, in qualsiasi modo essa si esprima, quali siano gli strumenti che usa, da qualsiasi punto lei volga lo sguardo. L’arte è sempre rappresentazione del vero, anche quando lo nasconde dietro forme e apparenze inusuali. Non si ferma in superficie; essa estrae l’anima viva della società dalla banalità quotidiana che offusca e confonde l’essenza del reale. L’artista non opera per intuizioni, non è un creatore: rende solo (solo?) visibile ciò che agli altri, i distratti, sfugge poiché vivono solo in superficie, incapaci persino di fissare l’effimero che essi stessi creano, lasciando che sia l’artista a farlo.

Il museo di arte moderna serve a Brescia. Per rendere accessibile anche ai distratti di oggi i fatti e le sottostanti idee che li hanno cresciuti; perché sappiano da dove vengono e, forse, farsi un’idea di dove stanno andando. Ogni museo è il luogo dove si apprende quali sono stati i valori predominanti nella società di un determinato periodo storico in un luogo limitato; se sono l’esposizione di un lascito di una sola personalità, come la nostra Pinacoteca o la Carrara di Bergamo, essi dicono poche parole che vadano oltre la descrizione dei gusti di pochi amanti dell’arte di un periodo non più nostro. Ci dicono magari quale fosse il concetto di bellezza del conte Tosio, e magari ci consentono di non condividerlo. (Per esempio, il piccolo Cristo Benedicente di Raffaello della Tosio-Martinengo, che pur ha avuto l’onore di entrare nel catalogo della grande mostra nazionale del 2020, per quel suo viso inespressivo dagli occhi spenti io non l’avrei messo nella mia ipotetica collezione. Ma forse io appartengo alla diffusa schiera dei distratti di cui sopra.) Ma se il museo è la raccolta varia e multimediale di un secolo di vita della città esso diventa la bussola delle nuove generazioni e il confessionale delle passate.

Il museo d’arte moderna di Brescia, delle sue valli, della sua pianura, dei suoi laghi non richiede molto spazio, né bisogna svuotare saccocce per allestirlo: è già tutto fatto. Partirei con un sunto fotografico, magari attingendo all’archivio Negri, dell’esposizione del 1904; da lì basterebbe poi fare appello alle virtù civiche dei bresciani, titolati e no, che hanno in casa opere pittoriche, sculture, film amatoriali, fotografie, manifesti di autori bresciani; son certo che la risposta sarà tanto ampia da mettere in difficoltà chi dovrà fare la cernita delle opere più rappresentative: a tutti assicurata la nomina. A completare il museo servirà la raccolta delle testimonianze riguardanti le piccole cose, quelle di tutti i giorni, i prodotti più reclamizzati, i film proiettati, gli eventi paesani, le feste popolari e le adunate politiche: la quotidianità, insomma. E chi meglio dei nostri quotidiani potrebbe esporre questo? L’emeroteca moderna sarebbe compito e gloria loro.

Brescia necessita del museo di arte moderna, al di fuori dell’evento 2023.

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