Si fa sempre più duro il braccio di ferro interno a Forza Italia dopo la decisione di Silvio Berlusconi di nominare la fedelissima Licia Ronzulli come coordinatrice della Lombardia. Una mossa che ha suscitato le aspre critiche di diversi esponenti del partito, a partire dal ministro (bresciano) Mariastella Gelmini.
Il numero due degli Azzurri, Antonio Taiani, ha cercato di buttare polvere sul fuoco, parlando di tensioni fisiologiche e definendo “leggenda” la spaccatura tra governisti e berlusconiani nel partito. Quindi ha aggiunto: “Gelmini è capo delegazione al governo di Forza Italia, ha uno spazio di grande rilievo, forse l’incarico più importante che c’è dopo quello di Berlusconi. Non credo quindi che ci sia un sottodimensionamento della sua persona”.
Ma il ministro bresciano, poche ore dopo, ha rilasciato un’intervista al Corriere con parole forti contro il fondatore del paritto. “Non riconosco lo stile e il metodo del presidente Berlusconi”, ha detto riferendosi in primis alle parole dell’ex premier sulla Nato e l’invasione russa in Ucraina.
Sulla sostituzione del coordinatore lombardo, Gelmini è stata altrettanto dura: “Il problema non è solo la Lombardia, anche se non ho memoria di un partito che cambia il coordinatore regionale il giorno dopo il deposito delle liste per un importante turno elettorale amministrativo”. E ha aggiunto che “nel partito c’è un deficit sempre più evidente di discussione e condivisione e un problema di selezione della classe dirigente”.
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