🔴 In Regione via libera tra le polemiche alla proposta di legge sullo spiedo bresciano

Polemiche e seduta sospesa in Consiglio Regionale, oggi, durante la discussione del pdl “Disposizioni per la valorizzazione del piatto tipico ‘spiedo bresciano’ e di altri piatti tradizionali lombardi a base di selvaggina”. Una proposta di legge partita dalla leonessa e, in particolare, dalla Lega

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Spiedo, polemiche in Regione, foto da ufficio stampa

Polemiche e seduta sospesa in Consiglio Regionale, oggi, durante la discussione del pdl “Disposizioni per la valorizzazione del piatto tipico ‘spiedo bresciano’ e di altri piatti tradizionali lombardi a base di selvaggina”. Una proposta di legge partita dalla leonessa e, in particolare, dalla Lega.

L’Aula del Consiglio regionale ha dato il via libera a maggioranza alla legge.  Con questo provvedimento viene regolata la cessione a titolo gratuito di selvaggina piccola proveniente da attività venatoria consentita da parte dei cacciatori ai ristoratori e agli organizzatori di sagre. Una legge che si propone pertanto di tutelare una tradizione profondamente radicata negli ambienti rurali bresciani e di altre province lombarde e che dovrebbe permettere di riportare sulle tavole dei ristoranti e delle feste di paese lo spiedo bresciano, dando un contributo importante all’economia e al turismo dei territori interessati.

Dal 2014 le norme vietavano il commercio e la vendita di avifauna cacciabile per fini commerciali escludendo così la possibilità a ristoranti, alberghi, mercati, fiere e sagre di proporre lo spiedo bresciano. Secondo la legge approvata oggi dal Consiglio regionale i cacciatori potranno cedere a titolo gratuito a ristoranti e a sagre fino a 150 capi all’anno di selvaggina piccola da utilizzare per la preparazione dello spiedo bresciano e altri piatti tradizionali lombardi, nel rispetto della disciplina comunitaria e nazionale in materia di tutela e divieto di cessione per fini commerciali di determinate specie di avifauna. La cessione a titolo gratuito da parte dei cacciatori sarà monitorata da un apposito sistema di tracking, mentre la legge stabilisce anche un sistema di controlli per garantire la tracciabilità della selvaggina, secondo quanto stabilito dalle normative europee, ai fini di garantire la sicurezza alimentare ai consumatori nel rispetto delle norme sanitarie. Oltre a quelle previste dalle norme statali, il progetto di legge introduce ulteriori sanzioni amministrative da 500 a 1.500 euro in caso di violazioni di quanto previsto dal testo normativo.

Il proponente e primo firmatario Floriano Massardi ha sottolineato come con questa legge, molto attesa in particolare dai Comuni bresciani e bergamaschi, ci sia ora l’opportunità di sostenere la filiera agroalimentare e il settore della ristorazione. Secondo il primo firmatario questo provvedimento potrebbe creare una rete virtuosa tra il settore della caccia, il mondo agroalimentare e della ristorazione, l’offerta turistica e culturale, adeguandola alle nuove tendenze del turismo di prossimità.

Ai lavori del Consiglio regionale e alla discussione del progetto di legge hanno assistito questa mattina nei posti riservati al pubblico sindaci e amministratori locali di oltre 60 Comuni bresciani.

Ad accendere gli animi è stata soprattutto la prostesta del Movimento 5 Stelle. “Oggi è una giornata triste – ha dichiarato il consigliere bresciano Dino Alberti – siamo chiamati oggi in Aula per discutere un unico progetto di legge che ha per oggetto lo spiedo bresciano. Non la crisi economica, non il caro energia, non la carenza di medici, non la disoccupazione, non le misure a sostegno delle imprese, ma lo spiedo bresciano. Una legge che, per stessa ammissione degli uffici legislativi regionali, è a rischio incostituzionalità perché in contrasto con la normativa statale e comunitaria. Desolante la presenza in Aula di circa cinquanta sindaci bresciani. Quando parliamo del depuratore del Garda vengono sempre i soliti quattro. Quando trattiamo della frana che minaccia i comuni  sul lago d’Iseo non ho mai visto una tale mobilitazione”.

In seguito alle parole del Consigliere Alberti il gruppo del Movimento Cinque Stelle ha esposto diversi cartelli, costringendo il presidente a fermare i lavori.

Ma anche il Pd, se pure con toni diversi ha espresso il suo dissenso. “Le tradizioni sono un valore assoluto per le comunità – ha detto il bresciano Gianantonio Girelli – raccontano la storia dei territori e ne rappresentano una ricchezza: vanno valorizzate perché sono l’anello di congiunzione tra il passato e il futuro. Lo spiedo bresciano è un piatto tipico soprattutto delle valli bresciane, tramanda l’origine rurale di quelle aree. Ecco perché è nostro dovere custodire questa tradizione, perché è un’eredita del passato che altrimenti andrebbe persa. Ma lo strumento legislativo utilizzato oggi temo sia inadeguato, se non addirittura sbagliato, perché ha scatenato una inutile contrapposizione tra le tradizioni e la caccia”. “La necessità di difendere le tradizioni culinarie come quella dello spiedo – ha aggiunto – non può essere vissuta come una battaglia a favore o meno della caccia. L’attività venatoria è tema più complesso e comunque completamente diverso. Per questo la scelta di utilizzare un Pdl è stata una azzardata per un verso e inadeguata da un punto di vista amministrativo e politico. Perché così si è persa l’occasione di costruire un dibattito vero e propositivo, anche con i rappresentanti istituzionali del territorio bresciano” conclude Girelli.

Sulla questione è intervenuta anche l’eurodeputata Eleonora Evi, co-portavoce nazionale di Europa Verde, definendo la proposta di legge “inspiegabile, anacronistica e scellerata”. così l’eurodeputata Eleonora Evi, co-portavoce nazionale di Europa Verde, a commento del progetto di legge che sarà votato oggi al Consiglio Regionale della Lombardia per reintrodurre l’uccisione di uccelli selvatici per la preparazione del tradizionale spiedo bresciano. “Si tratta di una proposta sconsiderata sotto molteplici punti di vista – ha spiegato – In primis andrebbe a danneggiare ulteriormente l’avifauna migratrice, già messa a dura prova nel nostro territorio; in secondo luogo andrebbe a stimolare il mercato illegale, alimentando un colossale commercio in nero, che rappresenta già un evidente problema, come dimostrano i reiterati sequestri, operati dai Carabinieri Forestali, di uccelli destinati al consumo alimentare. Infine, l’approvazione di questa proposta potrebbe avere gravissime ricadute dal punto di vista sanitario, se consideriamo che gli animali ceduti dai cacciatori ai ristoratori sono esenti dall’obbligo di controlli sanitari, in una regione già ad alto rischio di diffusione dell’influenza aviaria, una patologia che il centro nazionale per l’influenza aviaria indica come possibile futura pandemia. Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, che hanno sostenuto questa proposta, hanno evidentemente un’opinione distorta del significato di tutela delle tradizioni culturali del territorio. Per questo unisco la mia voce a quella delle tante associazioni animaliste e ambientaliste appellandomi ai consiglieri regionali affinché respingano senza tentennamenti un progetto di legge che mette in serio pericolo la fauna del territorio e la salute dei cittadini”.


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Ultimo aggiornamento il 14 Aprile 2024 19:22

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