E’ polemica per le parole offensive con cui Paolo Sabbadini, componente del direttivo cittadino della Lega, ha commentato su Facebook il rifiuto del patrocinio del Pride 2022 da parte della Regione (testuale: “Prendetelo in quel posto che tanto vi piace!”).
“L’eleganza con cui commenta il diniego della giunta regionale al patrocinio del Pride di Milano è eloquente”, attacca il segretario di Sinistra Italiana Luca Trentini, che parla di “disprezzo, pregiudizio e ignoranza” e critica la Lega breciana, sottolineando che “la migliore risposta ai suoi insulti arriverà dalla piazza e dai colori del Brescia Pride di sabato 9 luglio”. “Per fortuna – incalza Trentini – che la Lega di Brescia aveva recentemente rigettato con forza ogni accusa di omotransfobia. Avranno il coraggio di prendere le distanze da questi insulti? Parole che comunque non mancheremo di ricordare alle elettrici e agli elettori anche in occasione delle prossime elezioni amministrative”.
A stretto giro, però sono arrivate le scuse di Sabbadini. “Non avrei dovuto scrivere quel post e non lo rifarei”, spiega a BsNews.it, “è stato un mio errore e tengo a precisare che il partito non c’entra nulla: quel messaggio non è stato concordato con nessuno. Se qualcuno si è sentito offeso”, conclude Sabbadini, “mi scuso personalmente”.
A seguire è arrivata anche la presa di distanza del segretario cittadino Michele Maggi. “La Lega di Brescia non accetta dichiarazioni e commenti offensivi o lesivi della dignità delle persone – si legge nel comunicato – Il dibattito politico può anche essere acceso, ma sempre nel campo del confronto tra idee e valori differenti non usando l’offesa o l’insulto. Per questo motivo prendo le distanze, sia sotto il profilo personale che politico, dal post di Paolo Sabbadini e – aggiunge – proporrò personalmente provvedimenti nei suoi confronti. La Lega non si riconosce in questa esternazione volgare ed esprime solidarietà nei confronti di tutti coloro che si siano sentiti offesi”.
Qualche minuto dopo è arrivato anche il comunicato di Articolo Uno. “Non passa giorno che un esponente della Lega o un dirigente di Fratelli d’Italia o qualche adepto di Forza Italia faccia dichiarazione omofobe e truculente – scrive Paolo Pagani – E non sono voci dal sen fuggite. No. Sono voci dal profondo. Sono il senso comune che permea una intera classe dirigente. Altrimenti non si spiegherebbe la loro reiterazione. Poi ovviamente si scusano, qualche dirigente dice che prenderà provvedimenti. È successo a Brescia in queste ore e bene ha fatto Luca Trentini ad intervenire. (…) Credo che non si possa essere indulgenti contro queste ‘esternazioni’ che avvelenano i rapporti sociali e rendono il mondo un posto sempre più brutto dove vivere”.
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