Lettura della bolletta energetica: 3 pratici consigli

All’origine di un risparmio sulle bollette di luce e gas, c’è sempre la comprensione dei consumi reali. Si tratta dell’attenta valutazione di quanto si spende ogni bimestre. Tale valutazione è resa possibile dalla lettura della bolletta energetica, un documento che riassume le varie voci di spesa.

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Foto generica da Pixabay

All’origine di un risparmio sulle bollette di luce e gas, c’è sempre la comprensione dei consumi reali. Si tratta dell’attenta valutazione di quanto si spende ogni bimestre. Tale valutazione è resa possibile dalla lettura della bolletta energetica, un documento che riassume le varie voci di spesa.

Benché siano stati compiuti degli importanti passi in avanti sul fronte della trasparenza e della chiarezza testuale, la capacità di leggere la bolletta energetica non è ancora una cosa da tutti.

In un tale contesto, l’obiettivo della guida odierna diventa l’ampliamento delle conoscenze di base accompagnato dall’eliminazione di dubbi ed incertezze, a vantaggio di tutte le utenze.

Per uno studio della bolletta calmo e ragionato, dopo aver completato il confronto dei vari player dell’energia come Iren e le recensioni sulle offerte, si potrebbe chiedere al servizio clienti un fac-simile della bolletta energetica, in modo tale da prendere subito coscienza di cosa ci aspetta nei mesi successivi.

Chiaramente, non si tratta dell’unica precauzione da adottare per un considerevole risparmio in bolletta, ma bisogna anche saper leggere correttamente la bolletta e tutte le relative voci per avere una chiara visione dei costi sostenuti.

1.    Confrontare gli elementi che generano il totale

Molti utenti luce e gas ancora pensano che la loro bolletta energetica sia parametrata solo ai consumi giornalieri, sentendosi quasi spaesati quando scoprono dell’esistenza di più elementi che generano il totale.

In effetti, l’elenco dei fattori di calcolo risulta piuttosto ampio dovendo includere la fornitura d’energia o di gas naturale, la gestione del trasporto e del contatore, gli oneri di sistema e l’imposta sul valore aggiunto (IVA).

A pesare sulle tasche degli utenti è soprattutto la spesa per la materia energia o gas naturale. In parole povere, la voce mette in evidenza quanto il fornitore spenda per l’acquisto della materia prima, al netto degli oneri di sbilanciamento, delle perdite di rete e del dispacciamento.

Le altre voci da considerare sono le spese di gestione del trasporto e del contatore che rappresentano circa il 15-20% dell’importo totale. Queste dipendono dalla distanza esistente tra la centrale e l’abitazione dell’utente, ma anche dal tipo di contatore installato.

2.    Leggere le indicazioni di lettura del contatore

Preso atto delle varie voci che generano l’importo totale, il passo successivo consiste nella lettura delle indicazioni riferibili al contatore.

Nel dettaglio, c’è da capire se il fornitore applica dei controlli effettivi, magari tramite un team di specialisti, delle autoletture (cioè dati raccolti dal cliente) oppure delle stime annuali.

Qualora il fornitore dell’energia opti per delle stime annuali, i risultati emersi possono essere soggetti a conguagli. In caso di superamento delle soglie stimate ad inizio anno, il contraente potrà chiedere la rateizzazione delle bollette.

3.    Capire se si è nel mercato libero o tutelato

A quanto detto fino ad ora, bisogna aggiungere la comprensione della reale posizione. Si tratta di verificare se l’utenza sottoscritta sia pensata per il mercato libero o per quello tutelato.

Nel primo caso, il sottoscrivente una fornitura di luce e gas beneficia di condizioni economiche flessibili, legate all’andamento del mercato dell’energia.

Nel secondo caso, invece, il contraente si affida a delle tariffe standard, aggiornate dall’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente) di trimestre in trimestre, in base alla richiesta di mercato.

 

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