🟢 Salva anziana e bambina dal fuoco, il maresciallo Notari: non siamo eroi, siamo carabinieri

Così il maresciallo capo della caserma di Tavernole sul Mella che - nella giornata di martedì, insieme a un collega - ha salvato eroicamente un'anziana e una bimba di quattro anni intrappolate in casa da un incendio

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Il maresciallo dei Carabinieri Jessica Notari, screen da video intervista Regione Lombarda

“Io sicuramente non ci definirei eroi siamo semplici carabinieri addestrati a fare il proprio lavoro, lavoro che ogni giorno viene portato avanti nel migliore dei modi. Questo è uno dei tanti esempi di quanto viene fatto. Non c’è tempo per pensare troppo, bisogna agire, anche perché noi siamo per aiutare gli altri. Siamo sempre sulle strade e pronti a intervenire per il bene della comunità”. A dirlo è stato oggi – durante un’intervista all’agenzia di stampa della Regione – Jessica Notari, maresciallo capo della caserma di Tavernole sul Mella che – nella giornata di martedì, insieme a un collega – ha salvato eroicamente un’anziana e una bimba di quattro anni intrappolate in casa da un incendio.

Un gesto che certamente le varrà un’onorificenza e che, nel frattempo, le ha portato il grazie pubblico del presidente della Regione Attilio Fontana, o meglio: “il ringraziamento di cuore da parte di tutti i lombardi (…) per l’ennesima conferma dell’altissima professionalità e del senso civico delle nostre Forze dell’Ordine”

“Ieri non ero in servizio – ha raccontato – ed ero affacciata alla finestra di casa mia quando mi sono accorta che del fumo denso si stava alzando dal centro di Tavernole. La caserma dista poco meno di 500 metri dal centro. Ho chiesto alla centrale operativa se avesse avuto notizia di un sinistro o altro, ma ho avuto risposta negativa. Ho chiesto quindi al militare di servizio di venire a darmi una mano. Nel frattempo, lui è stato sostituito e ci siamo precipitati in strada. Abbiamo visto da subito una colonna di auto, si sentivano dei boati e subito svoltato l’angolo, in mezzo al paese, abbiamo visto un’automobile avvolta dal fuoco, fiamme che lambivano l’ingresso di un’abitazione e nel frattempo stavano scoppiando le gomme. Poco dopo il nostro arrivo è esploso anche il serbatoio. La situazione era sicuramente da risolvere nel più breve tempo possibile e ci siamo interessati subito all’abitazione accanto al veicolo in fiamme che aveva un portone in legno e stava per essere raggiunta dal fuoco e dal fumo”.

Alla base di questo gesto, in un momento concitato come quello determinato da un incendio, c’è sicuramente una decisione presa in un istante decisivo.

“È stata una frazione di secondo nella quale io e il mio collega – ha continuato -, in sinergia, vedendo che non potevamo accedere dalla parte anteriore dell’edificio perché avvolto dal fumo e interessata da scoppi continui, siamo passati dal retro e saliti su un muretto, troppo alto però per accedere all’ingresso dell’abitazione della signora. Dei ragazzi che abitano lì accanto ci hanno dato una scala, siamo quindi passati da un tetto di una rimessa di attrezzi che costeggia l’abitazione della signora. Siamo così saltati dentro al giardino e chiamato la signora perché aprisse la porta. La donna ci ha detto che c’era anche la nipote, che stava dormendo. Allora l’appuntato ha preso in braccio la bambina ed è andato verso la scala facendo passare la piccola con l’aiuto dei ragazzi che erano dall’altra parte. Il collega ha seguito la bambina e l’ha portata al sicuro in caserma. Io mi sono avvicinata con la signora alla scala, però non era fattibile salire da lì, non poteva farcela. Quindi ho rassicurato la donna, siamo state due secondi a guardarci e le ho detto che doveva fidarsi di me. Mi sono messa con la signora lontano dal fumo che sopraggiungeva e le ho detto che avremmo aspettato insieme i soccorsi, che erano in arrivo. Le ho detto di non preoccuparsi per la bimba perché si trovava in caserma e che stava bene, che tutto si sarebbe risolto e di stare tranquilla. Poi, in pochi minuti, sono arrivati i vigili del fuoco che hanno domato le fiamme e siamo quindi riusciti a uscire grazie anche al loro intervento”.


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