🔴 Omicidio di Cologne, la ricostruzione del delitto e i rapporti fra vittima e presunto assassino

Per l'omicidio, come noto, è stato fermato due giorni fa un 53enne italiano residente a Palazzolo. Ma gli elementi da chiarire sono ancora molti. Proviamo a ricostruire quanto accaduto

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Carabinieri Nucleo Investigazioni Scientifiche, foto d'archivio

L’unica certezza, al momento, è la vittima: il 40enne kosovaro Nexhat Rama, ucciso con un colpo di pistola e bruciato nel bagagliaio dell’auto del fratello, poi abbandonata nelle campagne di Cologne. Per l’omicidio, come noto, è stato fermato due giorni fa un 53enne italiano residente a Palazzolo. Ma gli elementi da chiarire sono ancora molti. Proviamo a ricostruire quanto accaduto e – sinteticamente – a mettere in ordine le informazioni attualmente disponibili sull’omicidio di Cologne.

L’ACCUSATO DELL’OMICIDIO

Gli investigatori ritengono che l’assassino di Nexhat Rama sia Davide Cristiano Mossali. Mossali sarebbe stato titolare di otto società del settore edilizio e dal 2022 gestiva un’officina a San Pancrazio. Mentre Rama (che fino al 2019 aveva vissuto a Rovato per poi trasferirsi a Capriolo) faceva il muratore e avrebbe anche lavorato per l’italiano in precedenza. I due, insomma, si conoscevano. E – stando ad alcune testimonianze – tra loro ci sarebbero state tensioni per un debito che l’italiano aveva verso il kosovaro (quest’ultimo aveva diversi precedenti con la giustizia, anche per un caso di estorsione dove fu poi assolto): 30mila secondo alcune fonti, 40-50mila secondo altre.

Il meccanico, durante gli interrogatori, avrebbe affermato che il debito era già stato saldato e negato ogni coinvolgimento nell’omicidio. Ma ci sarebbero diverse circostanze da chiarire, come quella dell’alibi (secondo il Gdb, l’uomo avrebbe detto di aver pranzato con i familiari, ma poi sarebbe stato smentito) e del permesso che proprio lunedì avrebbe concesso ai due dipendenti (così riferisce Bresciaoggi). A incastrarlo sarebbero anche telecamere e testimonianze, in attesa delle verifiche sui cellulari e sull’officina.

LA RICOSTRUZIONE POSSIBILE DEL DELITTO

Stando a quanto ipotizzano gli investigatori l’omicidio si sarebbe consumato nell’officina del 53enne a San Pancrazio (Palazzolo). L’italiano avrebbe sparato al kosovaro (nel corpo sarebbe stata trovata un’ogiva), poi lo avrebbe collocato nel baule della vettura che utilizzava (la Range Rover di proprietà del fratello della vittima) e infine – una ventina di minuti dopo – sarebbe arrivato in via Albarello, dove avrebbe dato fuoco alla vettura. Resta da capire come Mossali sarebbe rientrato a Palazzolo: l’ipotesi è quella che qualcuno gli abbia dato un passaggio.


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