La polemica, se costruttiva, è ben accetta, se scritta su un muro perde valore e anzi finisce per rappresentare un oltraggio.
La battaglia contro chi imbratta le pareti della città ha trovato a Brescia via preventive, come gli splendidi murales di Vera Bugatti che oggi arricchiscono alcuni scorci urbani o le vivaci e colorate decorazioni realizzate nell’ambito del Festival di arte urbana Link sui piloni in cemento armato che sorreggono l’infrastruttura della metropolitana.
Nonostante ciò, c’è chi ancora lascia messaggi scritti sui muri e chi persino ha deciso di rivolgersi al sindaco Emilio Del Bono per esprimere la propria idea: “Del Bono il parco Nicoletto non è uno stadio di calcio” si legge ora su una parete cittadina (è proprio il sindaco a pubblicare l’immagine della scritta incriminata).
Ovviamente sdegnata la reazione del sindaco, che dalla sua pagina social lancia un appello per individuare l’autore del gesto: “Questo personaggio, certamente un adulto non un giovane, che imbratta la città per scrivere le sue fesserie, da qualche anno, lo dobbiamo proprio individuare, lui e tutti coloro che con tag rovinano muri e palazzi.”
Il primo cittadino poi si rende disponibile ai confronti, purché non guastino il bene comune: “Chi ha qualche suggerimento da darmi – scrive Del Bono – fissi un appuntamento in Loggia, senza rovinare i muri della nostra città”.