🔴 Omicidio Carol Maltesi, Fontana: non l’ho premeditato, morirei per ridarle la vita

A dirlo è stato l'ex bancario, nell'udienza del processo che lo vede sul banco degli imputati per la morte dell'ex compagna ed ex vicina Carol Maltesi, uccisa con 26 martellate e un coltello lo scorso 11 gennaio, durante le riprese di un film hard estremo

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Davide Fontana, foto BsNews.it
“Non ho premeditato l’omicidio: darei la vita per cancellare quello che ho fatto”. A dirlo è stato oggi Davide Fontana, nell’udienza del processo che lo vede sul banco degli imputati per la morte dell’ex compagna ed ex vicina Carol Maltesi: uccisa con 26 martellate e un coltello lo scorso 11 gennaio, durante le riprese di un film hard estremo. Un passaggio decisivo, perché proprio sull’ipotesi dell’eventuale premeditazione si gioca il processo in corso.
Fontana, nell’occasione, ha anche ripercorso nuovamente le fasi dell’omicidio. A partire da quel video hard – commissionato da lui stesso spacciandosi per un utente di Onlyfans – che si apriva con Carol (legata a un palo e imbavagliata) che consegnava allo stesso Fontana il pin del proprio cellulare. L’assassino ha ribadito di averla colpita prima “leggermente con il martello come da accordi” e poi di aver infierito su di lei: dopo averle alzato il cappuccio, quindi, l’ex bancario avrebbe pensato di averla uccisa e le avrebbe tagliato la gola perché “non volevo che soffrisse”.  “Non so perché non ho chiamato le Forze dell’Ordine, avrei dovuto farlo subito”, ha aggiunto.
Dopo aver depezzato il corpo, aver provato a bruciato, averlo congelato e averlo scarnificato perché i tatuaggi diventassero irriconoscibili, quindi, a marzo Fontana era andato a Paline di Borno per abbandonare i resti della povera Carol.
A quel punto era intervenuta l’inchiesta giornalistica del direttore di BsNews Andrea Tortelli, che identificò la vittima e chattò con l’assassino, che si spacciava per Carol. Poche ore dopo – allarmato dai primi articoli di giornale che riprendevano quanto pubblicato dal nostro sito – Fontana si presentò in caserma per denunciare la scomparsa di Carol: ne uscì in manette.
A processo, però, Fontana ha detto di essersi recato in caserma spontaneamente. “Volevo porre fine a questa storia, dire che il corpo ritrovato era quello di Carol, tornare a casa e suicidarmi”, ha detto. Mentre l’amica Angela e il fidanzato Salvatore hanno riferito che sarebbero stati loro a convincerlo a presentarsi dalle forze dell’ordine.
“Sembra che io non provi emozioni per quello che è successo ma darei la vita per cancellare quello che ho fatto, se servisse a riportare in vita Carol morirei io stesso”, ha concluso Fontana in aula.

In precedenza avevano testimoniato gli ex suoceri di Carol, i nonni di suo figlio, che hanno ricordato come la 26enne fosse “una mamma meravigliosa”.

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