✴️ Loggia, siamo ancora in tempo a non fare harakiri: ma sta per scadere | di Paolo Pagani*

"Le primarie invocate ieri oltre ad essere un madornale errore dimostrano che la crisi dei partiti, la democrazia del pubblico e del leader stiano producendo la fine della politica come Techne regia"

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Paolo Pagani, opinionista Bsnews.it

di Paolo Pagani* – Ogni giorno ha la sua pena. Per le elezioni regionali si è raggiunto un accordo programmatico con i 5 stelle e Conte cosa si inventa? Garanzie dal centrosinistra a seguito del Qatargate. Non bastano i vari Giannini, Mieli e Lerner che da una settimana non riescono a collegare la lingua al cervello. Ci mancava Conte che finge di non sapere che la sinistra in questa tristissima vicenda è parte lesa. Due volte parte lesa. È il caso che se si vogliono vincere le elezioni si metta la sordina alle presunte convenienze di partito. Confido che dirigenti e militanti dei 5 stelle lombardi inducano Conte alla ragionevolezza. Anzi ne sono certo. Perché è chiaro che dalla Lombardia può partire un processo di ricomposizione di un campo progressista.

Poi c’è la Loggia. Sembra che invece della politica ad imperare sia la coazione a ripetere. Le primarie invocate ieri oltre ad essere un madornale errore dimostrano che la crisi dei partiti, la democrazia del pubblico e del leader stiano producendo la fine della politica come Techne regia. E se la democrazia del leader può fare comodo alla destra, per la sinistra può diventare letale. La vicenda nostrana della Loggia rinvia ad una riflessione generale.
Dimostra tutto il significato di scelta storica, e non esagero, che deve assumere il congresso costituente per un nuovo partito della sinistra. Non si tratta infatti del congresso del PD, ma di un processo che vede coinvolti altri soggetti e che vuole rivolgersi ad una platea più larga degli iscritti PD.
Perché ha ragione Letta: non c’è bisogno di un nuovo segretario, c’è bisogno di un nuovo partito. Dove l’accento cade sul sostantivo. Partito. Come antidoto all’antipolitica, come luogo di formazione e selezione della classe dirigente, come strumento di elaborazione della politica locale e nazionale. E che questa sia la sfida più difficile lo dimostra il fatto che le candidature a segretario siano arrivate prima della ridefinizione del nuovo manifesto dei valori e che almeno un candidato non abbia ancora pronunciato la parole costituente, ma nella logica della politica con la p minuscola spari sul quartiere generale pur facendone parte da anni. Si parva licet componere magnis, imitando Mao Tse Dong.
Penso che prima di una nuova identità, di un nuovo manifesto dei valori, il congresso costituente debba fare tornare centrale il ruolo dei partiti, perché è ancora vero che i partiti sono la democrazia che si organizza e con partiti deboli o personali a decidere il destino di un paese saranno ancora l’economia e la finanza in alto e in basso l’amministrazione delle cose, portando la politica in un vicolo cieco.
Sulla Loggia siamo ancora in tempo a non fare harakiri. Ma sta per scadere. Ad horas deve arrivare una proposta che non possa non essere condivisa.

* segretario provinciale di Articolo UNO di Brescia 

** BsNews ospita opinioni di intellettuali, politici, imprenditori bresciani nell’ottica di alimentare il dibattito pubblico con pareri autorevoli: le opinioni espresse in questa rubrica non rappresentano la linea editoriale del sito, ma quella dei rispettivi autori.

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