Il logo di Brescia Bergamo capitale? E’ di “insolente bruttezza”. La scelta di indicare le due città come “capitale” invece di “capitali”? “Ridicola”. Fanno discutere le parole del sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, che nelle scorse ore ha attaccato frontalmente la comunicazione dei due Comuni.
“Ho seguito con interesse e passione la preparazione e le proposte per le iniziative di Bergamo e Brescia, capitali italiane della cultura, e verrò presto nella capitale metropolitana che si è creata tra le due città”, ha scritto Sgarbi, “ma, davanti a tanto impegno, mi chiedo come sia possibile accettare, offrire alla città, al presidente della Repubblica e al ministro dei beni culturali, un logo di così insolente bruttezza con la deformazione dei numeri e delle lettere, in una fusione non necessaria che violenta anche la grammatica, declinando al singolare i nomi delle due città che rimangono due, distinte e distanti. Sono due capitali di un solo bene universale: la cultura. Ma è ridicolo”, ha aggiunto, “declinare al singolare: Siamo capitale italiana della cultura”.
Il sottosegretario, ancora, prende di mira il logo per “quella B deforme, che vale per 3, è inguardabile”. Accuse a cui il Comune di Bergamo ha replicato ricordando che quel logo è stato premiato giusto qualche settimana fa nell’ambito della tredicesima edizione di Wolda, Worldwide Logo Design Award, e tra le motivazioni c’è proprio il fatto che la lettera B, iniziale di entrambe le città, rappresenti anche un numero. La controreplica di Sgarbi? “I creativi si premiano tra loro”.