🟢 Wired, tre le bresciane rivoluzionarie del mondo della ricerca

Giulia Baccarin, Elisabetta Comini e Maria Grazia Speranza, sono le tre eccellenze bresciane citate nell'ultimo numero della rivista Wired, su una rosa di 20 scienziate italiane laureate nelle materie Stem (Science, technology, engineering, mathematics) che hanno rivoluzionato il mondo della ricerca

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Microscopio, foto da pixabay

Giulia Baccarin, Elisabetta Comini e Maria Grazia Speranza, sono le tre eccellenze bresciane citate nell’ultimo numero della rivista Wired, su una rosa di 20 scienziate italiane laureate nelle materie Stem (Science, technology, engineering, mathematics) che hanno rivoluzionato il mondo della ricerca.

Giulia Baccarin, laureata in ingegneria biomedica al Politecnico di Milano, è co-fondatrice di Mipu, azienda che si occupa di realizzare soluzioni di manutenzione predittiva e di intelligenza artificiale nelle industrie, ha vinto il Premio Gamma donna per l’imprenditoria giovanile e femminile nel 2016.

Elisabetta Comini è alla guida del laboratorio Sensor dell’Università degli Studi di Brescia. Si occupa dello studio degli ossidi metallici, dello studio e della realizzazione di nuovi materiali, in particolare delle nanostrutture di ossido quasi monodimensionali, per la ricerca anche in ambito delle tecnologie per la comunicazione, l’alimentazione e la nanomedicina.

Maria Grazia Speranza è ordinaria di ricerca operativa e presidente della International Federation of Operational Research Societies dell’Università degli Studi di Brescia, si occupa principalmente di modelli programmazione matematica a variabili miste intere applicati ad ambiti come quello della finanza e ai trasporti.

Ma la strada da fare è ancora molta: il divario di genere in Italia, sia universitario che occupazionale, resta a livelli altissimi. Secondo gli ultimi dati Istat il 24% degli italiani laureati, tra i 25 e i 34 anni, ha una laurea in una materia Stem, ma la percentuale subisce una netta discrepanza se si fa distinzione di genere: quasi il 34 % sono uomini mentre solo il 18 % è rappresentato da donne.

A livello lavorativo il divario raggiunge il suo massimo rispetto agli altri settori: nell’area scienze e matematica l’occupazione femminile è inferiore di otto punti percentuali rispetto a quella maschile; nell’area ingegneria, informatica e architettura sale a nove puti percentuali.


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