Pesce siluro. Il coccodrillo del Po. E non solo, verrebbe da dire. Il grosso pesce da alcuni anni ormai sta spopolando incontrastato nelle acque di tanti fiumi e laghi di tutta Italia, e anche nelle acque del parco delle Torbiere dove è stato diversi anni fa. E’ talmente diffuso che gli esperti calcolano che rappresenta l’80% di tutta l’ittiofauna delle Torbiere, e questo nonostante ogni anno i pescatori ne catturino fino a 1000 esemplari.
Come fare per constrastarlo? Rendendolo un piatto appetibile. Ci proveranno gli chef legati alla Condotta Slow-food Oglio-Franciacorta-Lago d’Iseo, a partire dal quel Vittorio Fusari che ha fatto, e sta facendo, la storia della gastronomia iseana. Le autorità competenti in materia stanno pensando di reintrodurre la pesca al siluro anche nell’area protetta delle Torbiere, l’unico modo per diminuire la presenza del siluro che mangia voracemente gli altri pesci e in alcuni casi addirittura gli esemplari piccoli della sua stessa specie. Un disastro per l’ecosistema del parco, a cui bisogna presto mettere riparo.
Com’è il siluro nel piatto? Buono, assicurano le persone che hanno assaggiato le ricette di Fusari. Quando lo troveremo nei menù dei ristoranti lo potremo provare.
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evviva la caccia al siluro, che, nella padella, è
più buono di sicuro.
pensa un po’ che meraviglia, per proprietà transitiva, tu mangi il tuo bel filetto di siluro, e il mal di pancia invece viene a quelli del GSI…
strana la vita…
Nessun mal di pancia sono loro stessi a promuoverne la gastronomia!
http://www.grupposiluro.it/ Gastronomia/filettscaloppecome.htm