Nello stomaco di Giusppe Ghirardini ci sarebbe stata un’esca per animali selvatici con un’anima di silicato all’interno della quale era contenuto il cianuro. La vera particolarità della notizia però è che si tratterebbe di un’esca fuori commercio dal 1970. L’operaio della Bozzoli di via Gitti, a Marcheno, era stato trovato morto a Ponte di Legno, ad oltre cento chilometri da casa.
All’inizio gli inquirenti avevano pensato che si fosse trattato di una coincidenza, essendo scomparso il titolare Mario Bozzoli pochi giorni prima, e probabilmente che l’uomo fosse morto di infarto. Il ritrovamento dell’esca avvelenata dal cianuro, la cui parte esterna sarebbe stata ricoperta da una polvere simile alla creta, però ha cambiato le carte in tavola.
avete ancora qualche dubbio? un caciatore secondo voi, con a disposizione fucili di ogni genere, decide di ingoiare un’esca avvellenata per farla finita? e di andare a cento chilometri di distanza per farlo? boh…
certo che deve esserci proprio stato un clima pessimo in quella fonderia