L’appellativo di No Vax, come li hanno definiti alcuni sul web, è poco calzante. Ma di certo fa discutere l’iniziativa di 300 operatori sanitari delle province di Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova – proprio quelle che hanno pagato il prezzo più alto in termini di contagi e morti durante la prima ondata – che hanno deciso di fare ricorso al Tar contro l’obbligo vaccinale introdotto dal governo.
Come noto, la legge ha introdotto il requisito del vaccino anti Covid – pena la sospensione dello stipendio – perché medici e infermieri (ma anche tecnici sanitari, farmacisti, psicologi, biologi etc) possano continuare a lavorare. Il principio alla base della decisione è intuitivo: si tratta di un settore nodale per il sistema in caso di nuova emergenza (l’equazione è: più vaccini, meno assenze per malattia in corsia), chiamato anche a dare l’esempio agli altri cittadini riluttanti a fronte delle troppe fake news che circolano sui vaccini.
Ma i 300 (una percentuale comunque risibile rispetto alle decine di miglaia di operatori di quelle province) non accettano l’imposizione e chiedono di annullarla. Il tribunale amministrativo dovrebbe esprimersi il 14 luglio.
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