La caccia in Lombardia non si ferma. Le polemiche nemmeno. “La sentenza del Tar depositata certifica come sotto il profilo tecnico e amministrativo la Regione Lombardia abbia agito in maniera corretta, rispettando procedure e tempi previsti. Tutti coloro che ci accusavano di essere i colpevoli dello stop alla caccia a causa del mancato deposito del calendario entro il 15 giugno sono stati smentiti nero su bianco dal tribunale. Attendiamo le scuse, come giusto che sia. Nel merito vengono censurati alcuni passaggi del calendario dove ci siamo discostati da Ispra apportando motivazioni che per il Tar non sono sufficienti in particolare modo su pavoncella, tortora e moretta, come peraltro sta succedendo in tutta Italia. Da parte della Regione non c’è stato alcun ritardo”. Così scrive l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi riguardo la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia sul ricorso della Lac in merito agli atti della Regione Lombardia attinenti alla stagione di caccia 2021/2022.
“Sebbene il documento di Ispra non sia per norma vincolante, -aggiunge l’assessore – notiamo come nei fatti sia preso in seria considerazione nei tribunali in quanto “reso da un ente di rilievo nazionale”. Questo è un elemento con il quale bisogna fare i conti anche in futuro. Rimane il rammarico – prosegue – per una sospensione dell’attività venatoria, limitata grazie al calendario ponte varato dalla Giunta regionale che ha riaperto la caccia per tutti dal 2 ottobre anziché dal 7, che alla luce della sentenza, la quale respinge gran parte delle rimostranze della Lac, appare eccessiva e fuori luogo e poteva essere limitata solo alle parti contestate. La caccia pertanto – conclude l’assessore – continua con calendario originale con la sospensione del prelievo per le sole specie contestate e la conclusione della caccia di cesena e tordo sassello il 20/1″
Ma nel centrosinistra, sempre da Brescia, c’è chi la vede diversamente. “Come prevedibile – ribatte il consigliere regionale Pd Gianantonio Girelli – il Tar Lombardia, nella vertenza che vedeva contrapposti l’Associazione Lega per l’Abolizione della Caccia (Lac) Onlus e Regione Lombardia, dà il via libera al proseguimento della stagione venatoria ma imputa alla Giunta tutta la serie di errori che hanno portato alla lite. Dal dispositivo – continua – si evince infatti che il pasticcio del ricorso sia imputabile solo ed esclusivamente alla superficialità amministrativa dimostrata da Palazzo Lombardia. Quest’anno infatti era risaputo che le direttive per la caccia emanate da Ispra sarebbero state più stringenti. Per avere il via libera, dunque, sarebbe stato sufficiente leggere i documenti. Invece, a dispetto di competenza e buon senso, Regione Lombardia ha deliberato un atto amministrativo (calendario venatorio integrativo) con ritardo e a caccia già aperta, circostanza che nel mondo venatorio aveva già creato qualche allarme”.
“Che serva il dialogo all’interno di un ente regionale è fin troppo ovvio – conclude l’esponente del Pd – soprattutto alla luce di simili disagi. Perché non dimentichiamo che a subire il danno economico sono stati i tanti cacciatori lombardi che, dopo aver regolarmente versato a Regione Lombardia le tasse per poter esercitare un diritto, si sono visti depredati di quel diritto”.
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