Attorno a un tavolo per uscirne

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    Una domenica mattina prima delle festività natalizie, un grande tavolo e tanti ospiti che hanno risposto positivamente all’invito rivolto loro dal presidente della Provincia Alberto Cavalli. Tema dell’incontro: come reagire di fronte alla crisi economica che sta investendo il mondo intero, Brescia compresa. Presenti tante categorie di lavoratori, almeno una ventina, cinque parlamentari rappresentanti dei loro partiti (Alleanza Nazionale, Forza Italia, Italia dei Valori e Lega Nord; assenti, (ingiustificabili?), gli esponenti del Partito Democratico), assessori, amministratori e le tre sigle sindacali.
    La traccia da seguire la espone chiaramente Cavalli che in apertura fotografa fedelmente la situazione che Brescia sta vivendo: gli ordini industriali, la fiducia che si respira e i consumi sono in calo; in crescita invece le richieste di cassa integrazione, negli ultimi tre mesi numerose tante quanto i primi 9 mesi dell’anno. Con queste premesse la discussione non poteva che entrare subito nel vivo, non solo parole però ma anche fatti concreti che a termine dell’incontro hanno portato i presenti a fissare già un altro appuntamento, già per lunedì prossimo 29 dicembre. Fra una settimana ogni categoria dovrà mandare un solo rappresentante alla riunione, possibilmente con proposte concrete e realizzabili da subito. Ci sarà inoltre la presenza di un rappresentante delle banche e degli istituti di credito cooperativo, chiamato in causa a gran voce da tutti ieri. le banche sono oggi forse le uniche realtà assieme allo stato che possono intervenire tempestivamente, ad esempio abbassando lo spread applicato ai mutui in essere e dando fiducia a coloro che in tempo di crisi stipulano nuovi mutui. Tutto rinviato a lunedì prossimo, ma alcune istanze sono giunte anche nella mattinata di ieri. Le associazioni degli agricoltori (Cia e Coldiretti) invocano l’etichettatura delle merci, la protezione del mercato nazionale e il congelamento della norma sui nitrati che rischia di mettere in ginocchio la metà delle aziende. La Confcommercio auspica una fermata alle concessioni dei centri commerciali che nel giro di poco hanno portato alla chiusura numerosi negozi gestiti da famiglie. Le tre sigle sindacali auspicano un intervento rapido a supporto dei lavori atipici, prime vittime dell’arrivo della crisi, invocano una ridefinizione delle cifre degli ammortizzatori sociali e chiamano in causa gli enti locali che potrebbero intervenire a sostegno delle famiglie in difficoltà pagando le bollette di luce, acqua e gas.
    Una settimana per trovare proposte operative applicabili nell’immediato e per coinvolgere gli istituti di credito. Speriamo che assieme ai (pochi) regali Babbo Natale porti anche questo.
    a.c.

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