Nitrati, l’allarme degli agricoltori : “La direttiva va rivista o la nostra zootecnica sarà cancellata”

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    E’ indispensabile un intervento regionale per allungare i tempi di adeguamento delle aziende ma è anche necessario ottenere dall’Unione Europea una profonda revisione della Direttiva nitrati o la nostra zootecnia rischierà di essere fortemente ridimensionata se non quasi cancellata. E’ questa la sintesi di una lettera con la quale i presidenti provinciali di Coldiretti, Unione Agricoltori e Cia, Ettore Prandini, Francesco Bettoni e Aldo Cipriano, chiedono all’assessore regionale all’Agricoltura, Giulio De Capitani, una presa di posizione per sbloccare una situazione ormai insostenibile.

    La difficile ed incerta situazione in cui si trova il comparto zootecnico della nostra provincia a causa della crisi economica che ha determinato un elevato indebitamento bancario con ripercussioni sensibili nella gestione corrente degli allevamenti, è infatti aggravata dall’incertezza normativa derivante dalla direttiva nitrati. I dati che la Regione ha a disposizione sono chiari, circa il 70% delle aziende zootecniche ha enormi difficoltà ad adeguarsi al vincolo dei 170 Kg/ettaro di azoto, e nella provincia di Brescia, decretata quasi totalmente ad area vulnerabile, la percentuale delle aziende che hanno risolto definitivamente le non conformità è anche più elevata. I monitoraggi effettuati in questi anni da Arpa ed Ersaf hanno peraltro evidenziato che la presenza di nitrati nelle acque di falda deriva da inquinanti extra – agricoli. Elevate concentrazioni di nitrati si evidenziano infatti prevalentemente in corrispondenza di insediamenti civili e agglomerati urbani privi di reti fognarie e di impianti di depurazione. L’applicazione acritica della direttiva “non modificherà il problema – scrivono le tre Organizzazioni agricole – ma avrà come effetto nefasto la distruzione del sistema zootecnico lombardo e bresciano con pesanti ricadute economiche, sociali ed occupazionali”. Ecco perché la richiesta di un intervento regionale per un allungamento dei tempi di adeguamento strutturale ad oggi scaduti (170 Kg/ha di azoto e stoccaggi) ed evitare così che le aziende zootecniche, già da quest’anno, subiscano pesanti sanzioni da parte degli organi di controllo e vedano compromessa l’erogazione dei premi Pac per inadempienza nel rispetto dei vincoli di condizionalità. “Occorre inoltre –scrivono – una decisa presa di posizione politica per portare ad una seria revisione della direttiva, ormai datata, per renderla attuale e compatibile con gli obiettivi generali ed irrinunciabili di difesa ambientale e di salvaguardia delle imprese agricole”.

    In questi anni si sono fatti piccoli passi in avanti: la vicenda è diventata un problema nazionale, il Governo si è recentemente impegnato a rivedere l’individuazione delle zone vulnerabili e a semplificare gli adempimenti tecnico-amministrativi, la Regione Lombardia si è impegnata a prevedere fondi per l’adattamento delle vasche di stoccaggio e a garantire le misure PAC e PSR anche alle aziende non ancora totalmente in regola. Ma tutto ciò non deve distogliere dall’obiettivo finale, “l’assoluta necessità di rivedere la normativa nel suo impianto e l’altrettanta assoluta necessità di individuare e considerare le vere fonti da inquinamento da nitrati”.

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