DI CORSA… alla Perugia-Assisi
Un gruppo di "runners" partirà giovedì 22 settembre da Brescia e dopo una maratona di 48 ore, nella mattinata di sabato 24 raggiungerà la città di Assisi. Una corsa no-stop, non per compiere un’impresa o per battere qualche record, ma per lanciare un messaggio di pace.
PEDALANDO PER LA PACE
tre tappe: Brescia-Ferrara (165 km), Ferrara-Pesaro (180 km), Pesaro-Assisi (135 km). Iscrizioni presso le Acli provinciali – via Corsica, 165 Brescia – 0302294012 – [email protected] – quota: 120 euro.
La proposta è aperta a tutti (tranne a chi viaggia con bmx o graziella)
Partenza ore 6.00 di sabato 24 settembre. In mattinata sosta e visita a Barbiana, pranzo al sacco; nel pomeriggio arrivo a Perugia e sistemazione in albergo. Possibilità di visita alla città. Domenica 25 partecipazione alla marcia; rientro previsto in tarda serata.
quota € 90,00 (comprensiva di viaggio e sistemazione in albergo con trattamento di mezza pensione). Iscrizioni entro venerdì 29 luglio presso il circolo Acli di Castenedolo tel. 0302732825
PROPOSTA DUE
"Come gruppi, associazioni, movimenti, soggetti istituzionali bresciani che hanno aderito all’invito dei promotori della Marcia della pace Perugia Assisi" si legge in un volantino di presentazione dell’iniziativa "proponiamo a ogni partecipante i seguenti interrogativi:
È giusto continuare a spendere 24 miliardi di euro all’anno per le spese militari?
Niente è più inutile di una portaerei, un sommergibile o un cacciabombardiere per proteggere i cittadini dalla criminalità organizzata, dal terrorismo, dalla corruzione, dalla disoccupazione o dall’inquinamento. Crediamo che sia possibile aumentare la sicurezza diminuendo le spese militari e aumentando quelle civili, sociali, educative, culturali e produttive. Si potrebbe partire dalla cancellazione del programma di acquisto dei 131 cacciabombardieri F-35 (costo complessivo preventivato:14 miliardi di euro). Mentre nel 2010 la spesa militare mondiale raggiungeva i 1.630 miliardi di dollari, con 44 miliardi di dollari si potrebbe sfamare il mondo intero! Meno dell’1% della spesa per le missioni “umanitarie” all’estero è destinato per il sostegno ai civili. Facciamo nostro l’appello del Presidente Pertini: "Si svuotino gli arsenali, strumenti di morte, e si colmino i granai, strumenti di vita". Chiediamo a ciascuno di noi scelte coerenti e adeguate a queste indicazioni e a quei dimenticati “obiettivi del millennio” come pratica quotidiana di rispetto e promozione di dignità e vita.
Possiamo ancora permetterci di vivere in una città che finge di non vedere e considerare concittadini 40 mila persone su 190 mila (una su cinque)?
L’integrazione non è una strada a senso unico che deve percorrere solo l’immigrato. È anche un cammino della società che lo accoglie. Difendere i diritti per tutti è chiedere l’apertura di una nuova fase che ponga fine alla logica dello scontro e faccia prevalere le ragioni dell’incontro e del dialogo. La pace è convivenza e confronto con i problemi e i conflitti tra Nord e Sud del mondo, tra oriente e occidente. Se Brescia vuole raggiungere e superare i 200 mila abitanti (come prevede il nuovo Piano di Governo Territoriale), non potrà farlo se non partendo da quella realtà non cancellabile rappresentata dai nuovi cittadini/stranieri, e quindi dall’esigenza di un piano urbanistico che ne raccolga bisogni ma anche potenzialità creatrici di nuovo sviluppo sociale, culturale e produttivo.
Rinchiudere in carcere chi ha sbagliato deve essere una condanna a una vita disumana?
La situazione carceraria bresciana è fra le peggiori della Lombardia. Canton Mombello è letteralmente invivibile. Le galere sono sempre meno strumenti di rieducazione e sempre più contenitori di disperati ed emarginati. I tanti suicidi e le migliaia di episodi di autolesionismo, mostrano una situazione resa più grave da una legislazione incapace di affrontare il problema. Chiediamo che anche a Brescia si apra una seria riflessione che coinvolga le parti sociali, politiche e educative, partendo dal documento proposto ai due rami del Parlamento da Magistratura Democratica, Associazione Antigone, Ristretti Orizzonti e Coordinamento nazionale dei Garanti dei detenuti.
Com’è possibile pensare a un’educazione alla pace e alla giustizia?
Come ci ricorda il preambolo della Costituzione dell’UNESCO (1945): “Poiché le guerre cominciano nelle menti degli uomini, è nelle menti degli uomini che si devono costruire le difese della Pace", e anche Don Milani citava: “El niño che non estudia non es un buen revolucionario”. Non si fa la pace con i corsi paramilitari offerti ai ragazzi delle scuole superiori, con una “mini naja”. Nonviolenza è la prima delle sette parole-chiave della marcia Perugia-Assisi. Parole chiave per un percorso educativo rivolto ai giovani. Le altre sono: Libertà, Diritti umani, Pace, Giustizia, Speranza e Responsabilità. La mente dei giovani va allenata a coniugare la pace con la giustizia e la solidarietà, il rifiuto della logica delle armi e la nonviolenza. Ci si deve educare a uno stile di vita meno consumista, a una passione al servizio gratuito alla società, alla ricerca della verità e della riconciliazione, allo studio per ricostruire la fiducia reciproca dopo le ferite dei conflitti violenti. Per questo vorremmo che i partecipanti alla marcia, in particolare le giovani generazioni, approfondissero e riflettessero su questi temi.
E’ comodo marciare per la pace quì , sarebbe più sensato marciare dove cè la guerra. almeno sarebbe più credibile