Produzione industriale, la crisi congela la ripresa. Disoccupazione al 5,7 per cento

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Il 2011 dell’economia bresciana si chiuderà con un esiguo aumento della produzione industriale. Un 2 per cento in più che comunque non riuscirà a colmare la voragine creata dalla crisi del 2008 (meno 23 per cento). A crescere – secondo i dati diffusi oggi da Aib – sono stati soprattutto i settori della chimica, della plastica, della meccanica tradizionale, dell’agroalimentare e del caseario. Mentre calzaturiero, edilizia, metallurgico, legno, meccanica di precisione, carta, maglie e calze hanno sofferto più della media. In questo quadro a sostenere la produzione sono state comunque le esportazioni: un più 23 per cento rispetto al 2010 (sul 15 la media lombarda e nazionale) trainato dalle vendite all’estero nei settori metalli (28,5 per cento), apparecchiature meccaniche (24,3), mezzi di trasporto (23,5) e chimica (22,8). Mentre i mercati più favorevoli per l’export sono stati in ordine di crescita: India (46,8), Brasile (44,3), Turchia (41,1) Russia (38,4), Paesi Bassi (37,2), Germania (31,5) e Cina (21,9). Sotto la media, invece, Usa (16,9), Spagna (15,2) e Regno Unito (5,2). Le importazioni, invece, sono cresciute più della media lombarda e nazionale (24,6 contro il 12,2 della Regione e il 18,2 dell’Italia) e sono dovute soprattutto all’aumento degli acquisti in valore di materie prime. Complessivamente il saldo del commercio con l’estero è stato positivo per 2.420 milioni di euro. Segnali incoraggianti, ma comunque troppo timidi, sono arrivati infine sul fronte dell’occupazione. Il tasso di disoccupazione nel 2011 dovrebbe attestarsi al 5,7 per cento, contro il 5,8 del 2010 e il 5,3 del 2011. Ma considerando anche i lavoratori in Cig a zero ore si arriverebbe all’8 per cento.

IN ALLEGATO L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE DALLERA (.PDF, 3,4 MB)

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