Massetti (Confartigianato): crisi e debole ripresa pesano sul mondo artigiano

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Un tasso di sviluppo negativo dello 0,4%: è questo il dato più significativo dell’analisi elaborata dall’Ufficio Studi di Confartigianato sulla dinamica dell’artigianato per macrosettori in Italia nel 2011. In particolare il dato risulta negativo per i settori manifatturiero e delle costruzioni, che insieme rappresentano oltre il 60% delle imprese artigiane, mentre presenta un trend positivo per quello dei servizi alle persone con un più 0,3%.

“Dopo un’ultima variazione positiva registrata fra 2006 e 2007, – sottolinea il presidente di Confartigianato Imprese Unione di Brescia Eugenio Massetti – infatti, il tasso di sviluppo delle imprese artigiane ha cominciato la sua discesa fino alla flessione massima, registrata in piena crisi, con un tasso di meno 1,06%. E l’nversione di tendenza sviluppatasi tra 2009 e 2010 non è stata purtroppo sufficiente a riportare il settore ai livelli antecedenti alla crisi, mentre nel 2011 una nuova flessione ha evidenziato per il terzo anno consecutivo un valore negativo sceso a meno 0,43%”.

Gettando poi uno sguardo sulle iscrizioni delle imprese artigiane si riscontra una flessione dal 2007 al 2009, una debole ripresa nel 2010 ed una nuova caduta nel 2011. Nello stesso anno in Lombardia il settore manifatturiero ha fatto registrare un -0,8% e quello riparazione e ristorazione un -0,4%, mentre più positivi sono risultati quelli delle costruzioni con lo 0,1% in più, i servizi alle imprese più 0,1% ed i servizi alle persone con più 0,3%.

“Sempre nel 2011 – prosegue Massetti – a Brescia il manifatturiero si è attestato su un meno 1,2%, le costruzioni meno 0,1%, i servizi alle imprese meno 0,9% e riparazione e ristorazione meno 0,7%, lasciando quale unico dato positivo quello dei servizi alle persone con un più 0,3%”.

Nel triennio 2009-2011 a livello nazionale le imprese artigiane hanno evidenziato un tasso di sviluppo negativo pari a -1,8%, vale a dire ben 27.296 aziende in meno, anche perché proprio in quest’arco di tempo si sono manifestati in pieno sulla demografia d’impresa i deleteri effetti della grande recessione iniziata nel 2008 e della successiva debole ripresa.

“In Lombardia l’ultimo triennio – sottolinea Massetti – ha visto il settore manifatturiero registrare un -4,5%, le costruzioni un -0,2%, i servizi alle imprese un -0,7% e la riparazione e ristorazione un -1,7%, con l’unico dato positivo dei servizi alle persone con un più 1,1%. E Brescia ha seguito quasi pari pari questo trend, con il manifatturiero a -4,6%, i servizi alle imprese a -2,6% e la riparazione e ristorazione a -3,2%, mentre le costruzioni con più 1,1% ed i servizi alle persone con più 1,8% hanno un po’ risollevato le sorti della nostra provincia”.

Il 2011 ha visto l’ingresso sul mercato di 104.438 nuove imprese artigiane, vale a dire 402 nuove imprese iscritte quotidianamente al Registro Ditte tenuto dalle Camere di Commercio che hanno contribuito ad incrementare la dotazione di creatività ed ingegno del nostro Paese. Ma d’altra parte il tasso di natalità medio per le imprese artigiane nel nostro Paese è passato dall’8,6% del triennio 2005-2007 al 7,5% degli ultimi quattro anni, in Lombardia dall’8,9% al 7,7%.

“Negli ultimi tre anni – conclude Massetti – è poi aumentato il fenomeno delle cessazioni d’impresa nello stesso anno di nascita della ditta: nel 2009 le imprese nate e morte nello stesso anno sono state il 3,9% delle cessazioni totali, nel 2010 il 4,6% e nel 2011 addirittura il 4,9%. Un fenomeno che in molti casi può portare ad una perdita di capitale di conoscenze, know-how e relazioni con il mercato indispensabili per il mondo dell’artigianato”.

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