Morti sul lavoro, Cgil: “Nel bresciano 18 decessi nel 2012. C’è mancanza di una cultura della sicurezza”

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E’ deceduto, dopo sei giorni di agonia il lavoratore quarantanovenne Ferdinando Gatti, rimasto ustionato nello scoppio si un silos in una industria di mangimi di Orzinuovi. Permangono disperate le condizioni del giovane collega, Davide Siroli, che nella medesima circostanza ha riportato ustioni sul 70% del corpo. Con un comunicato la Camera del lavoro di Brescia fa il punto della situazione sulle morti sul lavoro. Di seguito il testo del comunicato:

“Il numero complessivo e la straziante casistica degli infortuni mortali accaduti nella provincia di Brescia nel corrente anno, devono far riflettere tutte le parti -istituzionali e sociali- su un quadro che non può non ingenerare gravi preoccupazioni. A fine luglio si registrano infatti già 7 infortuni mortali accaduti negli ambienti di lavoro, contro i 15 complessivi del 2011, che pure aveva rappresentato un “anno nero” rispetto ai precedenti 2010 e 2009. Accanto a queste  sette morti, non si possono non considerare i tre infortuni mortali accaduti fuori provincia a lavoratori bresciani. E, nel contempo, gli infortuni mortali accaduti “in itinere” (3) e in occasioni di lavoro non in ambito aziendale (5). Questi ultimi infatti, pur non rientrando nelle statistiche ufficiali, sono indicativi della mancanza di una cultura della sicurezza generalizzata; cosa che conduce sempre alla sottovalutazione del rischio, con conseguenze, come si vede, anche mortali. Questa tragica somma di 18 morti a metà dell’anno, deve ancora scontare la drastica riduzione di ore lavorative per la cessazione di molte aziende e per l’utilizzo massivo dello strumento della cassa integrazione. Non sono perciò pienamente condivisibili le soddisfazioni per la riduzione (matematica) delle morti sul lavoro. V’è anzi da porsi il problema del permanere di una scarsa cultura e sensibilità della prevenzione; e dunque degli strumenti legislativi, culturali e di vigilanza da porre in campo. Soprattutto nel permanere e nell’incancrenirsi di una crisi che tende a stravolgere gli assetti contrattuali e ad abbassare di fatto le tutele in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

 

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