“Cambiano i Governi, ma puntuali come un orologio svizzero, automatici come lo era la scala mobile”. A dirlo è il bresciano Dario Balotta, presidente dell’osservatorio Onlit, che commenta così i pesanti rincari dei pedaggi autostradali. “Gli aumenti annunciati del 3,9% oltre un punto sopra il tasso d’inflazione, non dovrebbero essere concessi – spiega – perchè la gran parte della trentina di concessionarie autostradali non hanno completato gli investimenti concordati con l’Anas (alcune neppure avviato). Si tratta di interventi di potenziamento e nuove tecnologie, di mitigazione ambientale, di raccordi stradali, di manutenzione e di sicurezza. I concessionari autostradali si dimostrano sempre di più una grossa sacca di rendite garantite che nessun Governo è riuscito a scalfire, neppure quello più liberista come quello di Monti. Oltre che pagare dei canoni concessori ridicoli allo Stato continuano ad imporre una ingiustificata e pesante imposta sulla mobilità attraverso il pedaggio che colpisce in primo luogo i pendolari dell’automobile, visto che oramai la maggior quota del traffico autostradale è di breve distanza e i sempre maggiori costi delle merci dipendono da quelli del trasporto. Nonostante la crisi continua la festa delle società autostradali che, anche con 30-40 km di rete, disponendo di una concessione e di un casello – conclude Balotta – dispongono anche di pletorici e clientelari consigli di amministrazione che pagano i forzati dell’automobile.