A Brescia la grande sfida tra Gabriel Lima e Ricardinho

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Una rivalità che si alimenta, nel segno di due stelle che brillano sempre di più nel palcoscenico del futsal internazionale. Italia e Portogallo, di fronte a Treviglio (12 febbraio) e Brescia (13 febbraio) per due importantissime amichevoli, hanno già incrociato il loro cammino quindici volte e gli azzurri non hanno mai perso, superando recentemente i lusitani all’Europeo in Croazia e al Mondiale in Thailandia. In entrambe le occasioni c’era una semifinale in palio e la nazionale di Roberto Menichelli è uscita sempre vincitrice al termine di partite emozionanti – da leggenda il successo in rimonta, 4-3 ai supplementari, ottenuto lo scorso 14 novembre a Bangkok – diventando una specie di incubo per i giocatori di Jorge Braz. Quella tra Gabriel Lima e Ricardinho si annuncia come una vera e propria sfida nella sfida: non a caso il portale specializzato futsalplanet li ha candidati al premio per il miglior giocatore del mondo, non a caso si sono guadagnati sul campo, a suon di gol e ottime prestazioni, il ruolo di leader di Italia e Portogallo. “Ricardinho è una stella mondiale per la sua tecnica e il suo carisma, dentro il campo ha un ritmo diverso dagli altri – sottolinea Lima -. Devi affrontarlo in un modo diverso, con maggiore attenzione. Rappresenta uno spot per il futsal ed è importantissimo per tutti noi che lui continui ad avere successo”.

 

Ricardo Filipe da Silva Braga – per tutti Ricardinho – è già stato eletto miglior giocatore del mondo nel 2010. Soprannominato ‘O Magico’, 27 anni, ha già segnato all’Italia sia all’Europeo che al Mondiale e in carriera ha giocato in Giappone (Nagoya Oceans) e Russia (CSKA Mosca). Attualmente indossa la maglia del Benfica, anche se da bambino ha giocato a calcio con il Porto. “Sono rimasto lì fino all’età di 15 anni – ha raccontato di recente -. Superai le selezioni, di 130 ragazzi della mia età ne presero solo 11 e io ero tra questi. Ma mi dissero che ero troppo piccolo di statura, così fui costretto ad andar via. Il futsal lo conobbi per caso, giocando con i miei amici: un’allenatrice mi notò e mi segnalò al Benfica. A 17 anni mi sono ritrovato a giocare in prima squadra, e da lì sono riuscito ad affermarmi”. Battere l’Italia, “tra le migliori nazionali del mondo”, è diventato quasi un suo cruccio: “Ci eravamo quasi riusciti a Zagabria e a Bangkok: ovviamente l’importanza di queste due amichevoli non sarà la stessa rispetto a Europeo o Mondiale, ma ci teniamo a interrompere questa tradizione”.

Non ditelo a Lima, che conta sull’apporto degli appassionati della Lombardia – regione dove la nazionale di futsal non gioca da quasi venti anni – per mantenere l’imbattibilità contro i lusitani. “A Treviglio e a Brescia mi aspetto un pubblico numeroso ed entusiasta perché credo che, sia in Lombardia che in Piemonte o la stessa Liguria, manchino un po’ di eventi del genere per un pubblico appassionato di futsal che, in pratica, ha nella figura dell’Asti C5 l’unica squadra in serie A – spiega il 25enne azzurro, che da quattro stagioni gioca con gli Orange -. Poi con una sfida di livello assoluto come Italia-Portogallo credo sia un’occasione da non mancare, per far vedere che il futsal può rappresentare un grande richiamo per il pubblico”.

Per Gabriel sarà una particolare emozione giocare al PalaFacchetti e al Pala San Filippo. “Qualsiasi giocatore che abbia tante presenze in nazionale come Giacinto Facchetti ha un qualcosa di speciale, ma sono sicuro che lui sia un qualcosa di ancora più grande visto che è stato capitano della Nazionale, dell’Inter, il paese in cui è nato gli ha intitolato un palazzetto e i suoi tifosi ancora oggi gli dedicano cori e striscioni – rivela Lima -. Magari io potessi arrivare a fine carriera e vantarmi di così tanti successi sportivi e umani! E poi indossava il numero 3, che dire di più? Sono certo, inoltre, che anche al Pala San Filippo saremo trascinati dal calore, dalla passione e dal tifo degli sportivi bresciani”.  E chissà che Treviglio e Brescia non possano essere testimoni di un altro Italia-Portogallo pieno di spettacolo ed emozioni come quello di Bangkok. “Quella partita mi ha cambiato la carriera – conferma Lima -, perché ora affronto tutte le gare sapendo che nessuna è finita finché la sirena non suona e hai davanti una squadra che come te ha tutte le ragioni per voler vincere. Anche perchè mi ha insegnato che un secondo di mancata concentrazione può cambiare l’esito di un intero Mondiale, anche se sei avanti 3-0 e l’avversario non ha ancora visto com’è fatta la palla…”. Quello che è certo, invece, è che il Pala Facchetti e il Pala San Filippo ammireranno due grandi campioni.

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