Ortodossi in Italia, incontro con il vescovo Siluan

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Domani, giovedì 7 febbraio, alle ore 20,45 presso la Sala Bevilacqua di via Pace 10 a Brescia, il Vescovo Siluan Span, ordinario della Diocesi Italiana della Chiesa Ortodossa Rumena, parlerà sul tema: "Gli ortodossi in Italia problemi e prospettive ecumeniche"

L’iniziativa è promossa dall’Ufficio Diocesano per l’Ecumenismo, dalla Parrocchia Rumena dei Santi Costantino ed Elena di Brescia, dai Padri della Pace e dalla Cooperativa Cattolico-democratica di Cultura nell’ambito della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, che dal 1908 si celebra dal 18 al 25 gennaio di ognianno. I Padri della Pace sono dal 1926 i promotori dell’impegno ecumenico nella nostra città, grazie alla sensibilità e all’impegno di Padre Giulio Bevilacqua. Interessante osservare come il nome della settimana di preghiera alluda all’unità dei cristiani e non delle Chiese, evidentemente nella consapevolezza degli iniziatori, che l’auspicata unità dei seguaci di Gesù Cristo passa dalla conoscenza e comprensione reciproca prima che dalle dissertazioni teologiche.

Attraverso le migrazioni anche il quadro dell’Italia religiosa è fortemente cambiato e i cristiani ortodossi e specie quelli Rumeni rappresentano una minoranza forte di un milione e mezzo difedeli, ampiamente diffusa nella città e nella provincia di Brescia, dove si contano ben due parrocchie rumene a Breno e a Brescia. Purtroppo la parrocchia di Brescia, che si raccoglie oggi presso la cappella dell’Istituto Razzetti in via Milano, non dispone ancora di un luogo di culto capace di accogliere i numerosi fedeli. E’ tuttavia in progetto la costruzione di una chiesa e di un centro parrocchiale nel quartiere di Sanpolino, su un terreno appositamente assegnato dal Comune di Brescia alla Diocesi Ortodossa Rumena d’Italia.

Mons. Siluan (Silvano) Span è dal 2008 il primo vescovo della chiesa Ortodossa Rumena in Italia, ed è responsabile dell’assistenza spirituale a circa un milione e mezzo di fedeli. Nato nei pressi di Sibiu nel 1970, ordinato sacerdote celibe nel 1994, ha conseguito nel 1998 il dottorato presso l’Istituto di Teologia ortodossa "San Sergio" a Parigi. Ha poi preso i voti come monaco con il nome di "Siluan del monte Athos" nel 2001 e sempre in quell’anno è stato ordinato Vescovo Vicario della Metropolia Ortodossa Rumena per l’Europa occidentale e meridionale.

I cristiani ortodossi rumeni rappresentano la più numerosa minoranza cristiana nel nostro Paese. Grande è lo sforzo della loro Chiesa per seguirli; a questo scopo la diocesi del Vescovo Siluan ha creato 180 parrocchie più altre 80 chiese filiali e sei comunitàmonastiche. Il vescovo paragona il compito della sua Chiesa a quello di una madre che cerca di seguire i suoi figli, perché non si perdano sparsi nelmondo.

Come il vescovo Siluan hadichiarato in un suo recente intervento alla trasmissione radiofonica Uomini e profeti, nello scorso anno sono stati battezzati nella sua diocesi 10 mila 179 bambini. Verso di loro è forte l’impegno per assicurare un’educazione cristianache li renda anche buoni cittadini e parte attiva della società, perché "la vita cristiana non si limita alla sola partecipazione alla liturgia domenicale, ma prosegue tutti giorni della settimana, in tutti i luoghi: lavoro, famiglia, viaggio, carcere e ospedale" come afferma il vescovo. Egli è ben consapevoleche una certa parte dell’opinione pubblica tende a vedere nei rumeni un concentrato di criminalità, tuttavia fa notare che in Italia i "cattivi" tra i rumeni sono presenti in percentuale esattamente come in altri popoli (sono circa 3mila i rumeni oggi in carcere su un totale di almeno 1milione 200mila).

In Romania dopo 40 anni di comunismo e 22 anni di libertà è ancora forte l’esigenza di formare le coscienze e la Chiesa Ortodossa Rumena considera questo come uno tra i suoi compiti precipui, unitamente all’esigenza di tenere viva l’identità culturale degli emigrati, e assicurare loro assistenza materiale, compiti che bene si integrano con la cura spirituale dei fedeli.

Per quanto riguarda i rapporticon la Chiesa Cattolica, il vescovo Siluan ha dichiarato in una intervista pubblicata da www.vitatrentina.it : "Nella pietà cristiana del popolo non si sentono le differenze come si sentono a livello delle istituzioni e delle teologie che conoscono i dettagli della fede nelle diverse strade che ha preso il discorso teologico. Il Concilio Vaticano II è stato molto importante per il riconoscimento reciproco e la Chiesa cattolica romana mette a disposizione per la maggior parte delle nostre comunità un luogo di culto, cosa che 50 anni fa non si sarebbe potuta immaginare. Però resta fondamentale la testimonianza di quelli che fanno del bene gli uni agli altri, che hanno ricevuto un aiuto da parte di un fratello cristiano che non è della sua tradizione. Credo che i tempi che viviamo sono tempi che Dio hapreparato e sta preparando perché l’opera della salvezza si compia insieme gliuni con gli altri, gli uni per gli altri. Dobbiamo crescere interiormente, verso la santità, preparandoci a ricevere la pienezza dello Spirito che ci è messa a disposizione, nell’amore reciproco, nella libertà e nella giustizia".

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