Gestore unico acqua, Del Bono e Mottinelli: ultima chiamata per Garda e Valcamonica

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(e.b) Ultima chiamata alla responsabilità per gli amministratori in vista della prossima gestione idrica integrata. Il termine perentorio per completare le procedure di affidamento al gestore unico è fissato al 30 settembre 2015, secondo le disposizioni della legge Galli (L36/1994). I tempi stringono quindi e Comune e Provincia di Brescia sono decisi a non allungarli ulteriormente. Il gestore unico si occuperà della gestione operativa del servizio ma anche della realizzazione degli investimenti infrastrutturali previsti e i Comuni avranno l’obbligo di partecipare all’Ente di governo dell’Ambito al quale trasferiranno l’esercizio delle competenze in materia di gestione delle risorse idriche.

Per arrivare a questa gestione unica però, le singole società che oggi gestiscono il sistema idrico nella provincia di Brescia, dovranno necessariamente unirsi e fondare un unico soggetto che diventerà responsabile unico del servizio. A tal proposito il sindaco Del Bono e il presidente della Provincia Mottinelli hanno incontrato lo scorso venerdì 27 sindaci di altrettanti comuni bresciani e le comunità montane spiegando loro la linea che intendono seguire. “E’ ormai chiaro che il sistema di rete idrica attuale presenta carenze che hanno già portato 63 comuni bresciani in procedura d’infrazione europea – ha sottolineato Mottinelli – ed è proprio a questi che ci rivolgiamo oggi in modo che i sindaci condizionino le scelte delle società di gestione del servizio verso una realtà unica integrata”.

Se le tre principali società di gestione della provincia – A2A, AOB2 e Azienda Servizi Val Trompia che gestiscono quasi l’80 per cento del servizio provinciale – hanno risposto positivamente alla nuova sfida del gestore unico, quelle di Valcamonica e Garda, rispettivamente Economia e Garda Uno non sono ancora entrate nella partita. Per il sindaco Del Bono è “fondamentale che lo facciano al più presto, nel giro di un mese al massimo, perché in caso contrario il gestore sarà comunque unico ma le loro eventuali richieste avranno un peso minore in quanto outsider”. Ora la sfida di Comune e Provincia è proprio quella di “sensibilizzare i Comuni e le società che non si sono ancora espresse in merito affinchè si proceda al servizio idrico integrato”. Servizio che potrà essere affidato in house, ad una società mista pubblico-privata (con l’individuazione del soggetto mediante gara), o ancora attraverso un concessionario individuato al termine di una procedura di gara ad evidenza pubblica.

La scelta, secondo Del Bono e Mottinelli, ricadrà quasi certamente su una società mista, in quanto nel caso del concessionario ci sarebbe “il rischio, tramite gara europea, che subentrino nella gestione società estere”, ha avvertito Mottinelli. A quanto pare per i Comuni “ritardatari” si tratta di una decisione obbligatoria, “del resto la sostenibilità finanziaria per investimenti importanti sulla rete idrica è garantita solo se ci si unisce”.

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