Brescia, Beccalossi presenta agli architetti la legge sul consumo di suolo

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"Un confronto utile con i rappresentanti degli enti locali e degli ordini professionali, a cui ho ribadito l’importanza eccezionale del provvedimento promosso a fine 2014 da Regione Lombardia: azzerare il consumo di suolo e rivoluzionare il modo di costruire, preservando il verde rimasto senza penalizzare l’economia". Lo ha dichiarato l’assessore regionale al Territorio, Urbanistica e Difesa del Suolo Viviana Beccalossi, intervenendo oggi a Brescia al seminario ‘La nuova Legge regionale sul consumo di suolo : cosa cambia?’, organizzato dall’Ordine provinciale degli Architetti, Pianificatori, Conservatori e Paesaggisti.

LEGGE CONSUMO DEL SUOLO – "La Legge sul consumo di suolo – ha aggiunto Viviana Beccalossi – è il primo vero provvedimento nazionale sul tema e parte da considerazioni semplici: il suolo agricolo e forestale va preservato perché è la nostra fonte di cibo, permette di limitare gli effetti di piogge e alluvioni e, soprattutto , non può essere ulteriormente sacrificato in nome di un’espansione demografica eccessiva".

NOVITA’ LEGISLATIVE – Durante il convegno, l’assessore ha ricordato i principali elementi di novità contenuti nella nuova Legge: il riordino della pianificazione urbanistica per arrivare al consumo di suolo zero con il blocco alle varianti e a nuove previsioni urbanistiche che consumino terreno e gli incentivi per la rigenerazione urbana e per il recupero delle aree dismesse, pensati per sostenere il settore edilizio con modalità nuove.

OBIETTIVO: AZZERARE CONSUMO DI SUOLO – "Oggi – ha concluso Viviana Beccalossi – parlare di consumo di suolo è diventata quasi una moda, così come le grandi opere relative a Expo e al futuro di quelle aree hanno acceso i riflettori sulla pianificazione urbanistica anche per i non addetti ai lavori. Noi perché vogliamo arrivare oltre: la nostra Legge non guarda a domani, ma a un futuro a lunga scadenza. Azzerare il consumo di solo significa infatti pensare alle generazioni future, consegnando loro una Lombardia migliore e più vivibile"

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7 Commenti

  1. La vostra legge, cara Signora Beccalossi, è solo l’ennesima truffa destrorsa: basta vedere la norma transitoria (art. 5) che dispone un periodo di moratoria durante il quale sono fatte salve tutte le previsioni dei piani urbanistici vigenti (stimate nell’ordine di 55.000 ettari di nuove urbanizzazioni su suoli agricoli!), stabilendo un limite di tre anni per il convenzionamento degli interventi attuativi, a cui per di più vengono concesse agevolazioni (rateazione degli oneri) e accelerazioni procedurali, prevedendo una straordinaria facoltà di interventi sostitutivi in caso di mancato rispetto dei ristretti tempi di istruttoria comunale. L’intento della legge non è quello di contenere l’urbanizzazione espansiva, ma di fornire un formidabile impulso alla concretizzazione di diritti edificatori, in una contingenza di mercato in cui molte imprese rischiano con ciò di incorrere in sovraesposizioni debitorie e rischi di fallimento. Potrebbe persino accadere che tra le imprese in grado di avvalersi della norma possano annoverarsi quelle che gravitano nella contiguità della criminalità organizzata, tra le poche in grado di disporre di adeguata provvista finanziaria, ancorché di provenienza illecita, per investimenti ad elevato rischio. Se non bastasse, tra le incongruenze c’è l’esclusione dalla contabilità del consumo di suolo delle opere pubbliche o di interesse pubblico, come se tale attributo bastasse a certificare l’assenza di impatti: una norma illogica oltre che contrastante con il diritto comunitario, l’interesse pubblico non può infatti giustificare l’indiscriminato abuso di risorse naturali o la localizzazione in aree incompatibili, o il mancato ricorso a misure di mitigazione e compensazione ambientale. E cosa dire della devitalizzazione di quel timido ma prezioso disincentivo al consumo di suolo costituito dall’art. 43bis della l.r. 12/2005 che, nel fissare una maggiorazione d’oneri per le trasformazioni urbanistiche di terreni agricoli ‘allo stato di fatto’, ha permesso di alimentare il fondo regionale aree verdi, destinato a finanziare interventi in aree protette: la sostituzione dell’espressione ‘allo stato di fatto’ con le definizioni del tutto aleatorie introdotte dal PdL (in virtù delle quali sono agricole solo le aree azzonate come tali) rende inapplicabile tale disposizione in tutti i casi di interventi edilizi coerenti con le previsioni urbanistiche. Questa norma è perfino profondamente peggiorativa del quadro attuale.

  2. Se si dice che uno è ignorante non è una offesa, se si conosce l’italiano. Vuol solo dire che ignora, che non sa, che è, appunto, ignorante. da cui la brescianissima parola gnaro. Quindi censurare commenti solo perchè si dà dell’ignorante a qualcuno è, anche questo, da ignoranti. Da chi, cioè, non conosce l’italiano. E ora censurate pure.

  3. Io sono di quelli che vuol credere effettivamente che si guardi ad un orizzonte temporale di lungo termine, al futuro lontano. Ma il passato di chi lo dice, provenienza MSI, poi AN e poi PDL berlusconiano pure in Parlamento, rende qualsiasi affermazione sul "nuovo modo di costruire" quantomeno inquietante se non proprio clamorosa. Ci scusi, ma fino a l’altro ieri, Signora Beccalossi, ci avrebbe detto le stesse cose, si sarebbe battuta per le stesse nobili cause, si sarebbe stracciata le vesti contro il consumo di suolo e il nuovo modi di cementificare ? Forse, ogni tanto, sarebbe meglio guardarsi allo specchio, lo specchio del passato…

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