Morte come conseguenza dello stupefacente assunto a una festa. E’ questa l’accusa che porterà davanti al giudice un ragazzo ritenuto responsabile della morte di Emanuele Ghidini, in quanto colui che gli vendette la droga che lo portò a gettarsi nelle fredde acque del fiume, dalle quali venne ripescato solo il giorno dopo.
A febbraio lo spacciatore locale, B.C. le sue iniziali, venne rinviato a giudizio, ora la conferma che il prossimo 17 novembre finirà davanti a un giudice presso il Tribunale di Brescia. La vicenda è stata ricostruita grazie ai tanti racconti dei coetanei di Emanuele che erano alla festa: dopo avere bevuto ed avere fumato, il ragazzo chiese di essere accompagnato a casa dicendo che non stava bene. Una volta fuori si lanciò nel fiume, in preda agli effetti di una droga sintetica che gli causarono allucinazioni. Sarà il giudice a dover stabilire se tra la cessione della droga e la morte di Emanuele ci fu un nesso di causa-effetto.
(red.)