La Brescia del 2030? Le prime idee arrivano da via Vantini

Il dibattito che si è tenuto questa sera allo showroom 39Vantini, di via Vantini, a Brescia è stato promosso da Educare Futuro e Bresciacittàgrande

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Il tavolo dei relatori del dibattito sulla Brescia del 2030: Rossana Bettinelli, Alessandro Belli e Alessandro Benevolo, foto Andrea Tortelli, www.bsnews.it
Il tavolo dei relatori del dibattito sulla Brescia del 2030: Rossana Bettinelli, Alessandro Belli e Alessandro Benevolo, foto Andrea Tortelli, www.bsnews.it

Brescia ha una grande sfida davanti: quella di progettare subito il proprio futuro – da qui al 2030 e oltre – per non farsi trovare impreparata di fronte alle sfide del domani. E’ questa la premessa del dibattito che si è tenuto questa sera allo showroom 39Vantini, di via Vantini, in città, promosso dall’associazione culturale Educare Futuro in collaborazione con Bresciacittàgrande.

Per discutere di “BresciaCittà grande 2030 / il futuro tra sogno e progetto” al tavolo dei relatori erano in tre: Alessandro Belli, imprenditore e membro del comitato dei saggi di Palazzo Loggia, l’urbanista Alessandro Benevolo e la presidente di Italia Nostra Rossana Bettinelli. Ma tra il – selezionatissimo – pubblico erano presenti anche numerose autorità e personaggi di spicco della cosiddetta società civile, come il presidente di Aler Ettore Isacchini, l’ex assessore Claudio Bragaglio, il consigliere comunale Francesco Onofri, il consigliere Alessandro Cantoni, l’ex consigliere (e presidente di Anmil) Angelo Piovanelli e l’architetto Luciano Lussignoli. Ma anche nomi non sconosciuti alle cronache come Vanni Brondi e Sergio Di Martino.

Il pubblico del dibattito sulla Brescia del 2030: in prima fila Claudio Bragaglio e Ettore Isacchini, foto Andrea Tortelli, www.bsnews.it
Il pubblico del dibattito sulla Brescia del 2030: in prima fila Claudio Bragaglio e Ettore Isacchini, foto Andrea Tortelli, www.bsnews.it

Un dibatitto che più che cercare di indovinare il futuro, ha cercato di delineare (a tratti larghi) un progetto concreto per la città del domani nella speranza di cambiare il corso “naturale” delle cose, secondo il tema dettato da Belli.

Il tavolo dei relatori del dibattito sulla Brescia del 2030: Rossana Bettinelli, Alessandro Belli e Alessandro Benevolo, foto Andrea Tortelli, www.bsnews.it
Il tavolo dei relatori del dibattito sulla Brescia del 2030: Rossana Bettinelli, Alessandro Belli e Alessandro Benevolo, foto Andrea Tortelli, www.bsnews.it

Ad aprire il confronto – dopo l’introduzione di Belli – è stata la presidente di Italia Nostra Brescia, che ha posto l’accento sulla questione delle aree industriali dismesse, che occupano 4 milioni e mezzo di metri quadrati. Mentre Benevolo è partito dalla domanda: “Cosa potrebbe rendere speciale la città in prospettive così lunghe?”, per sottolineare l’importanza della specializzazione per il futuro di Brescia. L’urbanista ha quindi indicato nell’inquinamento il problema principale della città e lanciato tre idee per il domani.

La prima – che parte dalla premessa che “Brescia è la città italiana con le maggiori aree verdi cittadine” – è quella di diversificare parchi e giardini dando loro una specializzazione tematica (un parco per la lettura, un parco per la musica). La seconda è quella di attrezzare la città con nuovi spazi per lavorare. La terza è la riduzione drastica del traffico veicolare, chiudendo le strade, restringendo le carreggiate e sostituendo le auto con le bicilette.

Il pubblico del dibattito sulla Brescia del 2030, foto Andrea Tortelli, www.bsnews.it
Il pubblico del dibattito sulla Brescia del 2030, foto Andrea Tortelli, www.bsnews.it

Proposte su cui si è detto sostanzialmente d’accordo anche Belli, che ha richiamato la sua proposta di riportare il lavoro all’interno della città. Per poi passare in rassegna alcune innovazioni-modello e passare la parola ad alcune testimonianze, che hanno declinato il tema del confronto sui temi specifici del marmo e del florovivaismo, con la proposta di un festival del giardino per rivitalizzare il Cidneo.

Tra le note di chiusura finale è da segnalare l’intervento della Bettinelli, che ha ricordato  il “Piano dei servizi pubblici e del verde pubblico” del 1990, voluto da Leonardo Benevolo e Luigi Bazoli, sottolineando che “è stato messo nel cassetto affermando che era il libro dei sogni”. La presidente di Italia nostra, ancora, ha rilanciato la proposta di mettere nell’ex museo delle Poste la sede del Museo di arte contemporanea di Brescia. Per il Cidneo, infine, la Bettinelli ha parlato del sogno di collegare con un ponte il Castello con la Maddalena.

+++ SINTESI DEL DIBATTITO SCRITTA A DIBATTITO IN CORSO +++

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7 Commenti

  1. Ho letto e riletto con attenzione. Ma una proposta attuale, sensata, praticabile, realistica, economicamente sostenibile, allineata con i cambiamenti sociali, gli stili di vita frenetici, l’avvento prepotente della tecnologia, l’innovazione nella gestione della quotidianità è così difficile da partorire di questi tempi ? Evidentemente, è più divertente fantasticare tra auto che si volatilizzano, parchi “tematici”, nuovi spazi per il lavoro che non c’è e persino il ponte dal Castello alla Maddalena. Il trionfo dell’utopia: Belli docens…

  2. Nostranullus, anonimo ipercritico, nemico dell’innovare come dell’uscire dall’ovvio, è intollerante ad ogni proposta o meglio ad un gruppo di suggerimenti, innovazioni tecnologiche, idee di una dozzina di coraggiosi proponenti, tra loro diversi di età, provenienza politica e cultura. Legga il fascicolo distribuito ( o meglio la versione definitiva oggi disponibile in via Vantini ) e rifletta, dando qualche breve occhiata a ciò che avviene fuori dalla sua tana. Non è mai troppo tardi !!

  3. Intanto, fuori dalla tana, una decina di saggi sono guidati…”dalla speranza di cambiare il corso naturale delle cose” con un po’ di marmo e soprattutto di florovivaismo. Mi chiedevo perchè, tutti insieme e con siffatte pirotecniche idee, non si mettono a scrivere una sceneggiatura da film di fantascienza: dopo i filoni tipo Matrix e Avatar, qualcosa di interessante ambientato nella Brescia del 2030 potrebbe saltare fuori. Per restare sempre all’ombra del Cidneo, la regìa la affidiamo a Silvano Agosti, le parti dei protagonisti a Fabio Volo e Camilla Filippi. Il titolo: “ideas from space”: roba da Oscar…

  4. Penso che Nostranullus, presente nell’incontro del 30 maggio, abbia alzato il gomito un po’ troppo. . Ragioni da sobrio e vedrà che gli oratori e gli intervenuti non hanno portato idee pirotecniche né fuori luogo. La sua limitata apertura alla modernità lo tiene incatenato. Per Svegliarsi nel mondo contemporaneo ci si deve staccare dalle vecchie guardie trinariciute o da superatissime visioni Old ..
    A presto

    • Senta, Belli, chudiamola qui, essendo pure personalmente astemio. Qualsiaisi progetto, per non coincidere con l’utopia o la fantascienza, deve avere una sua praticabilità sia finanziaria, sia normativa, sia ambientalmente sostenibile sia dimensionata con l’evoluzione sociale, demografica, geografica in atto in un luogo o in una città, come appunto Brescia. Ci vogliamo aggiungere poi parole come: priorità, importanza, urgenza e chiederci se il “contributo di idee” ascoltato in quella sala faceva vagamente riferimento ai parametri che le ho elencato ? Guardi che, di questo passo, è proprio Lei che “aperto alla modernità e lontano dalle visioni Old” potrebbe ritrovarsi, anzichè a Brescia, su Pandora, nella Galassia di Alfacentauri (location di Avatar).

  5. Non era e non è nel nostro intento ( dico ‘nostro’ perché le proposte del 30 maggio vengono da più di una dozzina di persone) stendere un piano finanziario normativo e ambientale completo ed esaustivo. Lasciamo ai competenti e ad un gruppo di esperti questo compito, sperando che esperti del genere siano disponibili ( oltre che un po’ coraggiosi). Fornire suggerimenti e idee di vario tipo, invece,provenienti da persone di diversa cultura e livello è sembrato a molti utile e stimolante per contribuire a prospettare un futuro alla nostra città . Vedo, tuttavia, che certe generosità e certi sforzi immaginativi spaventano.
    Vorrei con lei scommettere se le idee prese da visite in città moderne e innovative, alcune proposte illustrate , alcuni interventi tecnologici discussi saranno o no realizzati nel 2030. Per me il 50% sicuramente sì. Legga bene il fascicolo senza pregiudizi !!

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