C’è apprensione – in queste ore – tra i familiari e gli amici di Sergio Zanotti, l’imprenditore 56enne di origini iseane che sarebbe stato rapito in circostanze misteriose e portato in Siria, nelle mani dei terroristi dell’Isis.
I familiari di Zanotti nei mesi scorsi avevano ricevuto due appelli video dei rapitori. Venerdì ne sono arrivati altri due, via messenger, più inquietanti dei precedenti perché Zanotti – che indossa la casacca arancione dei condannati a morte della Jihad – appare con un cartello su cui sono scritte due date: quella di nascita e quella di mercoledì, data fissata per la presunta esecuzione.
Il messaggio è al vaglio degli inquirenti. Restano però da chiarire diversi passaggi, come il fatto che ufficialmente non sarebbe mai arrivata alcuna richiesta di riscatto.
Zanotti – titolare di un’impresa dichiarata fallita – si era recato in Turchia a metà aprile deò 2016, probabilmente per ottenere una dideiussione da società del posto. L’uomo aveva inviato l’ultimo messaggio alla figlia il 5 maggio, quindi era “comparso” a marzo 2017 in un video a firma di tale Abu Jihad, che ne minacciava la morte. Ora il nuovo capitolo. La speranza è che sia solo un avviso.