Via da mamma per troppi videogiochi, il caso torna in tribunale

Udienza il 6 dicembre al Tribunale dei Minori per riesaminare il caso del ragazzo di Crema condannato a finire in comunità perché gioca troppo con i videogames

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Udienza il 6 dicembre al Tribunale dei Minori per riesaminare il caso del ragazzo di Crema condannato a finire in comunità perché gioca troppo con i videogiochi. A darne notizia è una nota del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus.

Mentre alcuni giorni fa gli operatori della tutela minorile avevano tentato ancora di eseguire il provvedimento di allontanamento coatto nonostante le implorazioni del ragazzo, il tribunale sembra intenzionato a fare luce su questo caso controverso.

La notizia arriva a pochi giorni dalla decisione del Procuratore Generale della Cassazione Francesca Ceriani, chiamata a giudicare sul caso di adottabilità dei figli della ‘coppia dell’acido’ , e sull’allontanamento dei figli di una coppia ritenuta troppo vecchia. La Cassazione ha criticato queste azioni di “genetica familiare” e – ribadendo il principio per cui “i bambini non si tolgono nemmeno ai mafiosi, perché ogni bambino ha diritto di crescere nella famiglia in cui è nato” – ha ordinato nel primo caso l’affido dei minori ai nonni (in attesa che i genitori finiscano di scontare la loro pena) e nel secondo caso il rientro in famiglia.

“Questa decisione – scrive il Comitato -, speriamo, potrebbe innescare un’inversione di rotta rispetto all’attuale tendenza di molti tribunali minorili, e ridare ai giudici il loro ruolo di periti tra i periti. Chiediamo al Tribunale di Brescia di affrontare il caso con un approccio umano ispirato al buon senso, senza appiattirsi su valutazioni psichiatriche prive di riscontri oggettivi”.

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