E’ ancora senza colpevoli lo stupro di gruppo avvenuto a Sirmione nel 2001, quando una donna dell’Est fu presa di mira da alcuni giovani e ripetutamente abusata. I malviventi riuscirono a far perdere le proprie tracce, ma uno – un albanese – lasciò segni indelebili nell’appartamento: un asciugamano utilizzato e una mela con un morso evidente, ovviamente repertati dai carabinieri.
Il dna – secondo quanto riferisce Bresciaoggi – pare coincidere esattamente lasciato su un mozzicone di sigaretta qualche tempo dopo, nel contesto di una rapina nella provincia di Piacenza. Per quel colpo, grazie alle testimonianze, i militari risalirono a un giovane albanese, poi condannato a sette anni di carcere (cinque anni li ha scontati in Italia, poi è stato espulso e ora si trova nel Paese d’origine).
Il collegamento tra i due Dna ha portato il giovane albanese a processo per lo stupro: l’udienza si terrà a gennaio, ma manca ancora la prova maestra che collegherebbe i due casi. Al giovane, infatti, non è mai stato prelevato il Dna: elemento decisivo per stabilire se ha preso parte alla violenza sessuale.