Le Iene sono tornate nel Bresciano per parlare del caso di Ghedi, dove – secondo il servizio andato in onda ieri sera nella popolare trasmissione di Italia 1 – alcune persone vivrebbero letteralmente “intrappolate” in casa a causa di alcuni vicini – italianissimi – che li insulterebbero sistematicamente e li sottoporrebbero a diverse angherie ogni volta passano di fronte alla loro abitazione: unica via per arrivare a casa.
Il servizio racconta di insulti rivolti ai vicini e alla troupe della trasmissione da padre, madre e figlio. Con tanto di ripetute minacce di violenza fisica. “Siamo terrorizzati”, hanno dichiarato i vicini, spiegando che la famiglia “da incubo” sarebbe solita anche lanciare escrementi e chiodi arruginiti nelle altrui proprietà. Azioni e insulti di ogni genere documentati anche da alcuni video registrati dalle vittime, anche se i presunti aggressori hanno negato tutte le accuse.
Perfino i postini e gli addetti ai rifiuti – sempre secondo il servizio – si rifiuterebbero di passare per quella strada. E nemmeno le forze dell’ordine, ripetutamente intervenute nella via su segnalazione delle parti, sono riuscite a porre fine alla situazione. Ora la palla passerà alla magistratura, che dirà se le accuse dei vicini e della trasmissione sono fondate.
Le accuse dei vicini sono fondate come si evince dai filmati però credo che la magistratura potrà fare ben poco, di fronte a personaggi del genere ci vorrebbe un ospedale psichiatrico. Veramente tutti e tre sembrano dei malati di mente o comunque con un déficit cognitivo. Senza esclusione alcuna nemmeno del figlio, che si vede chiaramente dalla baldanza che si crede super furbo ma non lo è. Probabilmente ha imparato a memoria le due giustifiazioni fornitegli dall’ avvocato (gia che sono prossimi a un giudizio) come quella delle cacche del gatto per esempio. Credo che siano persone molto limitate anche a livello sociale , non solo cerebrale e culturale e credo che le uniche forme di relazioni sociali che conoscano siano lo scontro e la molestia per riempire una vita socialmente vuota e poco stimolante. Servirebbe pure un supporto psicológico o una rieducazione civile da parte dei servizi sociali del comune o una presa di posizione del sindaco la comunità ecc. Voglio dire siamo a Ghedi non a New York city, una “piccola” comunità dovrebbe pure solidarizzare e farsi carico di situazioni del genere.