Polminiti, la nota dell’azienda: la legionella? Non è colpa dei raffrescatori

A dirlo è una nota di Seeley International, azienda australiana da oltre quarant’anni leader nel mercato mondiale dei raffrescatori evaporativ

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I raffrescatori a vapore delle aziende? Non possono essere la causa della salmonella e delle polmoniti che nelle scorse ore hanno mietuto un’altra vittima bresciana con nuovi casi di sospetto contagio. A dirlo è una nota di Seeley International, azienda australiana da oltre quarant’anni leader nel mercato mondiale dei raffrescatori evaporativi, esporta adesso in più di 120 paesi e una fetta molto importante del business è nel mercato Italia. Resta da capire, però, se le torri di raffreddamento delle tre aziende finite nel mirino dell’Ats utilizzassero la stessa tecnologia.

LA NOTA DELL’AZIENDA AUSTRALIANA

Sulla scia dei frequenti episodi di legionellosi che hanno interessato la Lombardia, in particolare Bassa Bresciana e Alto Mantovano, è opportuno fare chiarezza sulla possibilità di trasmissione del batterio nei dispositivi che sfruttano la tecnologia evaporativa, che non interessa in nessun caso i raffrescatori evaporativi.

La legionellosi (o malattia del legionario) è una grave infezione polmonare causata dal batterio Legionella pneumophila che si trasmette con la respirazione (assieme all’aria) di particelle di acqua che contengono il batterio. Tosse, dolori muscolari, febbre e mal di testa sono alcuni dei sintomi dell’infezione. Nella maggior parte dei casi l’infezione guarisce con specifiche cure antibiotiche e in alcuni casi con ricovero ospedaliero. Nel 2015 sono stati registrati in Europa 1.4 casi ogni 100 000 abitanti (fonte: Legionnaire’s disease – Annual Epidemiological Report for 2015, European Centre for Disease Prevention and Control).
Il batterio Legionella prolifera naturalmente in ambienti umidi, ad esempio fiumi, laghi, insenature e altri ambienti acquatici caldi. L’infezione da legionellosi avviene tuttavia nella maggior parte dei casi tramite aspirazione diretta di aria o acqua contaminata: il contagio avviene inalando acqua contaminata sotto forma di aerosol, che possono essere anche generati da rubinetti, docce, torri evaporative (dette anche torri di raffreddamento) o nebulizzatori.

I raffrescatori evaporativi soggetti a regolare manutenzione e controllo non possono trasmettere il batterio poiché non producono aerosol. I nebulizzatori spruzzano gocce d’acqua e la distribuiscono nell’aria: queste potenzialmente possono contenere il batterio in sospensione, che poi verrebbe inalato e potrebbe portare al contagio. I raffrescatori evaporativi, invece, tramite l’evaporazione formano vapore acqueo nel flusso d’aria, le cui molecole sono troppo piccole per contenere il batterio Legionella, che non può quindi essere trasferito agli umani.

I raffrescatori raffreddano l’aria grazie alla naturale evaporazione dell’acqua: l’aria calda passa attraverso pannelli umidificati e fa evaporare l’acqua; il calore dell’aria viene assorbito e l’aria raffrescata passa nell’edificio. All’interno di un raffrescatore, l’acqua raramente sale al di sopra dei 20°C, fuori dalla soglia di rischio proliferazione Legionella. Inoltre, un sistema di gestione dell’acqua nella tanica garantisce un continuo ricircolo della stessa, per evitarne il ristagno e garantirne la sanità.

Per tutti questi motivi escludiamo la possibilità di trasmissione dell’infezione da legionellosi tramite raffrescatori evaporativi, che non possono peraltro agire come amplificatori e disseminatori del microrganismo.

Come riconoscere la polmonite e come evitare il contagio da legionella?

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2 Commenti

  1. Sembra un vano tentativo di arrampicata sugli specchi..
    I ristagni di acqua e vapore favoriscono la proliferazione (la crescita), il vapore o nebulizzazione sono il mezzo veicolare.
    Le analisi sono l’unico modo che c’è per capire la presenza o meno di Legionella. ma di questo non se ne parla

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